Patricia Tagliaferri
da Roma
Non era affatto serena la piccola Maria mentre veniva accompagnata allaeroporto per prendere un aereo che lavrebbe riportata in Bielorussia. Tuttaltro. La piccola al centro di un caso diplomatico tra lItalia e il governo di Minsk, venerdì pomeriggio, dopo il blitz che lha strappata alle nonne, piangeva e si disperava per quel rientro forzato in patria.
Lo ha raccontato il tassista genovese chiamato dalle due assistenti della Asl che lavevano in cura per raggiungere laeroporto Cristoforo Colombo. Nellauto scortata dai carabinieri quel giorno cera anche una psicologa bielorussa. Ora salta fuori la testimonianza del conducente, che ha avuto il coraggio di rivelare quello che nessuno aveva mai osato ammettere: e cioè che Maria era tuttaltro che tranquilla mentre si avvicinava il momento di lasciare lItalia, come da più parti si è cercato di far credere ai coniugi Giusto. Anzi, avrebbe pianto lintero tragitto dal centro di assistenza infantile nel Levante genovese fino allaeroporto. Del resto il distacco era stato traumatico.
«Alla bambina - racconta Chiara Bornacin, la mamma di Maria - avevano detto di prepararsi che sarebbe tornata a casa. Ma casa per lei è Cogoleto. Quando in taxi ha capito che non stava andando a Cogoleto ma in Bielorussia ha cominciato a urlare perché, perché? e a piangere». Il conducente del taxi ha raccontato ad un giornale locale quanto fosse disperata la piccola e lo ha confermato agli avvocati dei coniugi Giusto. «Siamo amareggiati - dice Chiara Bornacin - perché ci doveva essere unadeguata preparazione psicologica che evidentemente non cè stata e siamo indignati per come è stata gestita questa vicenda in Italia».
Dai Giusto arriva un ringraziamento speciale «a chi ha avuto il coraggio di dire la verità». Un ringraziamento che ieri, a Roma, dove erano Chiara e le nonne per partecipare a Porta Porta e per incontrare alcuni esponenti politici, è stato trasmesso via radio dai tassisti che hanno accompagnato le nonne in giro per la capitale e che hanno dato vita ad una sorta di tam-tam tra i colleghi per farsi interpreti dei sentimenti dei Giusto.
«Tutti i tassisti ci hanno manifestato solidarietà», racconta Maria Elena Dagnino, la nonna materna, dalla quale uno dei conducenti non ha neppure voluto accettare denaro per la corsa effettuata.
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