Tandem Pisapia-Formigoni. Due commissari per l’Expo

LA SPARTIZIONE dopo l’addio della Moratti. Il sindaco annuncia i poteri straordinari su Facebook. Al presidente quelli generali, Berlusconi firma il decreto

Tandem Pisapia-Formigoni. Due commissari per l’Expo

Il governatore Roberto Formigoni commissario generale dell’Expo e il sindaco Giuliano Pisapia commissario straordinario del governo. C’è già la firma del premier Silvio Berlusconi sotto il dpcm, il decreto del presidente del consiglio dei ministri che dopo le dimissioni di Letizia Moratti ridisegna le gerarchie dell’esposizione universale del 2015. Ma non solo, visto che nel testo che fa riferimento alla «convenzione sulle esposizioni internazionali firmata a Parigi il 22 novembre 1928» si legge che entrambe le nuove designazioni avranno valore fino al «31 dicembre 2016». E dunque ben oltre la chiusura dei cancelli fissata per il primo novembre del 2015. Segno che a loro sarà affidata perlomeno la fase preparatoria della successiva destinazione e risistemazione del sito espositivo. Nessun commento di Formigoni che attende l’ufficialità a cui manca ancora qualche timbro, a cominciare da quello della Corte dei conti, mentre la soddisfazione di Pisapia è consegnata al profilo facebook ancor prima del comunicato di palazzo Marino. «Ricevo la nomina a commissario straordinario per Expo 2015: farò del mio meglio per Milano e per “nutrire il pianeta”». Per quanto riguarda i compiti, a Formigoni spetterà il compito di «rappresentare il governo nei confronti del Bie e degli Stati che partecipano all’Expo». E, tra l’altro, informare il Bie sugli sviluppi e gli avanzamenti nella preparazione, assicurare il rispetto del programma di lavoro e delle norme del regolamento, esercitare i poteri disciplinari. Mentre a Pisapia toccherà vigilare sull’organizzazione, partecipare alle riunioni del Cipe, riferire al presidente del consiglio dei ministri, promuovere o partecipare agli accordi di programma e soprattutto «esercitare poteri di impulso sull’esecuzione delle opere» e promuovere «l’attivazione degli strumenti necessari per il reperimento delle risorse». Con i «poteri di deroga» per la realizzazione dell’evento.
Capitolo chiuso anche quello dei terreni di Rho-Pero dove dovranno sorgere i padiglioni. Ieri la società Arexpo ha esercitato l’opzione d’acquisto delle aree di proprietà della famiglia Cabassi. Col governatore Formigoni che ha ricordato come «la società sia ancora interamente di proprietà della Regione», aggiungendo che «i Comuni di Milano e Rho e la Provincia di Milano hanno confermato l’impegno assunto con la firma dell’Accordo di programma ed entreranno a far parte di Arexpo a settembre-ottobre versando le relative quote». Solo questione di tempo, anche se le loro casse non sembrano al momento consentire troppo ottimismo. «Il pagamento effettivo - assicura Formigoni - a ottobre. La cifra, che è quella stabilita dall’Agenzia del territorio e ritenuta congrua dalla Corte dei conti, è di 49 milioni e 615mila euro».
Mentre lunedì, dopo la pubblicazione di giovedì sulla Gazzetta ufficiale europea, la procedura di gara per le opere di risoluzione delle interferenze sul sito di Expo sarà pubblicato anche sulla Gazzetta ufficiale italiana. Un bando da 97.275.993,83 euro (di cui 90.448.466,32 euro per i lavori e 6.827.527,51 per oneri di sicurezza).

Aggiudicazione alla migliore offerta con il criterio del prezzo più basso, determinato mediante ribasso sull’importo dei lavori posto a base di gara. Aggiudicazione prevista per il 7 ottobre, tempo per l’esecuzione 725 giorni.

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