Vinse un Giro dItalia nel 1920, tre Giri di Lombardia, e due Milano-Sanremo. Eppure passò alla storia come un eterno secondo, anzi leterno secondo per definizione. Gaetano Belloni, detto Tano, si portò appresso questa definizione non tanto per colpa sua, quanto per essersi imbattuto in Costante Girardengo, il primo campionissimo del ciclismo, che gli sbarrò la strada su molti fronti, costringendolo ad esempio al secondo posto al Giro del 19. Un destino che lo accomuna a tutti i grandi che dopo di lui hanno dovuto lottare con i Binda, i Coppi, gli Anquetil, i Merckx, gli Indurain, gli Armstrong, con i cannibali di tutti i tempi, insomma, contro i quali si lotta sempre per il secondo posto.
Ma Belloni, chiamato anche il Giolitti in bicicletta secondo la satira dellepoca per il suo atteggiamento riflessivo durante le corse, si ribellò sempre a questa etichetta: vinse corse su corse, dal Giro del Piemonte alla Sei giorni di New York. Divenne pistard e persino direttore del Vigorelli. E per smentire definitivamente letichetta di eterno secondo decise per una volta di essere lultimo. Ad andarsene. Nel 1980 alletà di 98 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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