Tanti auguri al Blue Note palcoscenico dei migliori

Attesi Andrew Hill e John Patitucci

Franco Fayenz

Milano ha avuto e ha tuttora numerosi jazz club. Per chi non li conosca, si chiamano così certe sale di capienza limitata (300 posti al massimo) dove si può bere e mangiare mentre si ascolta la musica, cercando naturalmente di fare il minimo rumore. Adesso Milano, unica città in Europa, ha di nuovo un jazz club illustre, voluto da un super appassionato quale Paolo Colucci: è il Blue Note, gemello dell’omonimo locale di New York e di quattro Blue Note giapponesi. Ha compiuto tre anni il 19 marzo scorso e ha celebrato la ricorrenza festeggiandola con i frequentatori più assidui. L’apertura avvenne con Chick Corea che si trattenne una settimana. Poi, per citare soltanto i più noti e applauditi, hanno suonato Jim Hall, Kenny Barron, Gato Barbieri, Abdullah Ibrahim, Joe Zawinul, Uri Caine, Gary Burton, Cecil Taylor, Avishai Cohen, la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley, oltre ai migliori fra i jazzisti italiani. Adesso sono attesi, per esempio, Andrew Hill il 23 maggio, Jacky Terrasson il 24 e poi John Patitucci per alcune sere di seguito.

Sono nomi che potrebbero trovare acconcia ospitalità in grandi teatri: il pianista e compositore Andrew Hill, per dirne una, è uno dei più singolari e interessanti esponenti del jazz contemporaneo. A questo punto non resta che invitare il lettore a stare attento che il Jazz club non faccia la brutta fine di altri club milanesi del passato. E meditare.

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