Tra tanti primi della classe brilla il 10 del presidente

Tra tanti primi della classe brilla il 10 del presidente

Una premessa è doverosa. Il Genoa ha conquistato la serie A grazie ad un lavoro di gruppo straordinario. Feeling tra società e allenatore, fiducia reciproca tra giocatori, ma inevitabilmente, come se si trattasse di un anno scolastico, ecco le pagelle che riportano i meriti individuali di una cavalcata trionfale che è già entrata nella storia del Grifone.
PREZIOSI 10. Ha ricordato a tutti con il pollice, l’indice e il medio sollevati che sono state “tre” le promozioni conquistate in altrettanti anni, gli ultimi. Con orgoglio è riuscito a riemergere dalle paludi della serie C e da una serie di sventure che avrebbero abbattuto un toro e regala la serie A ad una tifoseria che peraltro lo ama nella quasi sua totalità. Una sfida vinta con passione e con la competenza calcistica che non tanti suoi colleghi possono vantare. E non lesina investimenti. Ha vinto lui e non vede l’ora di stupire ancora. Scatenato.
PASTORELLO 9.5. Stile, personalità ed equilibrio. Dopo la sconfitta col Cesena, ed allora il Genoa era al quinto posto, ha fatto capire a tutti compresa la stampa che bisognava credere alla promozione diretta in serie A. Non si è sbagliato. Napoleone sceglieva i suoi generali soprattutto se erano fortunati. Lui è pure bravo. Il massimo.
PREZIOSI JR 9. L’aplomb di Fabrizio è da Nazioni Unite, l’entusiasmo da Gradinata Nord. Fa da consigliere dei giocatori e da tramite con la società. Piccoli presidenti crescono. Avanti così.
GASPERINI 9. Sbaglia quattro partite su 42 e riporta il Genoa in serie A con il piglio del veterano. Eppure a luglio erano in molti a pensare che non sarebbe arrivato a Natale. Ha avuto le palle dopo la sconfitta di Pescara di chiedere rinforzi. E’ stato accontentato e non cacciato. Ha ripagato la fiducia con professionalità e coraggio. Predestinato.
RUBINHO 8,5. Inizia la stagione dalle retrovie, circondato dalla diffidenza che si portano inevitabilmente dietro i portieri brasiliani. Ma quando diventa titolare e si sottopone a un leggero intervento agli occhi, dimostra doti feline insospettate. Col Napoli chiude con due interventi mundial. Sorprendente.
BEGA 8,5. Il più veloce della retroguardia, l’uomo in più, il mastino implacabile che spolpa la preda sino all’esaurimento. Insomma ci va giù duro. Buttafuori.
DE ROSA 9. Il libero goleador. Tanto elegante quanto efficace. Comanda i compagni dal bunker, ma sprigiona uno spirito da Goldrake quando avanza e segna. Di gol ne ha fatti otto, scusate se è poco. Il piu’ bello col Lecce. Una perla. Decisivo.
CRISCITO 9.5. Roba da stropicciarsi gli occhi. Il bambino prodigio che gioca con disinvoltura del veterano. E’ il nuovo Maldini. Il futuro è tutto suo, peccato solo non poterlo trattenere. Fenomeno.
ROSSI 9. Padrone assoluto della fascia destra, macina chilometri come un maratoneta e dal punto di vista tattico è una manna per Gasperini. Quando la condizione atletica non lo sorregge, stringe i denti perché questa promozione la voleva piu’ di tutti dimostrandolo quando è rimasto qui anche in C. Inesauribile
MILANETTO 9. Più che un geometra un ingegnere. Tesse progetti di gioco a getto continuo e quando non c’è o non gira si spegne la luce. Con colpevole ritardo gli fanno tirare i rigori e dal dischetto non sbaglia colpo. Il resto lo fa su punizione. Preciso.
COPPOLA 8. È la faccia dell’altro Genoa, quello umile, operaio. La sostanza al potere. Il ragazzo ha anche ampi margini di miglioramento e la rete che ha segnato al Verona è probabilmente la piu’ bella della stagione. Bulldozer
FABIANO 9. Non ha mai segnato eppure è l’ingrediente fondamentale del prodotto rossoblu’. Pennella traversoni col contagiri, ripiega con tempismo il tutto a servizio degli altri. Brasiliano per modo di dire. Bilanciere.
LEON 8,5. Un po’ croce, molto delizia sia dei tifosi che del tecnico. A volte pare che giochi per se in nome dell’anarchia, spesso però ha risolto le partite con guizzi e tiri piazzati che hanno mandato in sollucchero gli stessi compagni. Fantastico
GASPARETTO 9. Altro che pennellone e basta. Alzi la mano chi immaginava per lui un campionato del genere infarcito da prodezze d’autore e da giocate da granatiere in prima linea. Come Leon cambia il destino della stagione rossoblù. Provvidenziale.
DI VAIO 8. Il Genoa deve sicuramente qualcosa ad un campione ritrovato, ma lui deve molto alla società rossoblu’ che l’ha rilanciato. Bravo a non far pesare il suo passato, fortunato nell’aver trovato un gruppo che l’ha aiutato. Il mix perfetto lo porta a gol pregevoli e a una condizione che è salita col passare delle settimane. Rappresenta anche il primo investimento per la serie A. Ispirato.
ADAILTON 8. Bravissimo quanto jellato. Va alla grande, conquista tutti per qualità e simpatia, disegna parabole da cineteca, ma un intervento di Ponzo lo toglie di mezzo a Spezia. Paura che lascia il posto alla speranza e infine alla riabilitazione quando al rientro segna due gol al Pescara. Con lui sempre a disposizione il Genoa avrebbe sofferto molto meno. Incrollabile.
SCARPI 6,5. ripescato come terzo portiere disputa uno spezzone di gara alla Spezia non tradendo emozioni. Accetta il ruolo con intelligenza. Saggio.
BARASSO 6. Il classico enfant du pays. Fino a quando viene chiamato in causa svolge appieno il suo dovere pagando pegno per inesperienza. Non gli è mancato il coraggio. A Taranto ha avuto piu’ fortuna. Acerbo.
STELLINI 7,5. È l’uomo della vecchia guardia che non tradisce. Con Rossi rappresenta la continuità genoana. Per questo quando viene gettato nella mischia non delude da vero leader. Affidabile
MASIELLO 6.5. Pur non avendo la stoffa di Criscito e il pelo sullo stomaco degli altri difensori, si fa trovare pronto sfruttando le sue doti fisiche. La sua serpentina con assist a Di Vaio a Crotone resta il suo spot del torneo. Jolly
BOTTA 7. È il giovane intellettuale della compagnia ma sfodera una duttilità tattica che lo rende indispensabile nelle sfide più delicate. Dottore
GALEOTO 7. Gregario di lusso perché sa ricoprire più fette di campo diventa ben presto il soldatino di Gasperini. A dispetto dell’età non risparmia energie. Generoso.
JURIC 7,5. Dalla rete rifilata a Buffon in poi diventa uno dei punti fermi del girone di ritorno rossoblu’ per forza fisica e determinazione. Naif.
SCULLI 7,5. Idem come Adailton solo che a bloccarlo è una squalifica. All’inizio gioca e segna come ai tempi migliori dell’under 21 dando l’impressione di essere uno da Grifo. Effervescente.
GRECO 7,5. Nei primi mesi incanta tutti a suon di reti capolavoro e giocate di classe. Una sorpresa assoluta, un’invenzione di Gasperini su intuizione di Stefano Capozzucca. Poi, complice qualche infortunio, si perde. Ma questo non inficia un anno comunque bellissimo. Lupo.
CAROBBIO 6. Non ha avuto continuità, ma il suo gol col Vicenza alla fine è pesantissimo. Redditizio.
FORESTIERI 6,5. El Topa gioca pochi minuti e riesce a timbrare. Una zuccata vincente a Pescara e l’idea, confermata dalle prestazioni nella Primavera, che questo è un ragazzo su cui puntare. Geniale.
BIASI 5.5. Con tutta la buona volontà ha commesso troppe topiche per meritare la sufficienza. Non si è mai ambientato e per fortuna è tornato a Verona. Meteorite.
TAVARES 6. il giovane portoghese è di passaggio ma ha la soddisfazione di siglare col Frosinone. Piange quando viene ceduto. Sentimentale
LOPEZ 5.5. Non colleziona molte apparizione. Un cavallone volenteroso, ma nulla piu’ tanto che viene sistemato altrove: Superfluo
LONGO 6.5. È stato per buona parte del girone di andata la ruota di scorta del centrocampo. Il suo punto di forza il tiro da fuori area, ma era troppo lento. E’ stato sostituito con Carobbio. Ci sarebbe da discutere. E poi era davvero simpatico. Sacrificato.
ZEYTULAEV 5. Un pesce fuor d’acqua, una delusione. Gasperini ci credeva ma anche lui ben presto si è dovuto arrendere sulla pochezza dell’uzbeko. La sua immagine che rimarrà e quella del sedere scoperto immortalata nel calendario rossoblu’. Spaesato.
AURELIO 5.5. C’è chi scommette sulle sue qualità, ma anche a Lucca dove è finito non ha incantato.

Problemi di apllicazione. Peccato. Svogliato.
BORGHESE S.V. Spesso in panchina si ritaglia pochi minuti in campo. Non dispiace quando viene impiegato in Coppa Italia con l’Empoli. Tempo per lievitare ce l’ha. Arruolato.

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