Emiliano Leonardi
Il Tar del Lazio ha annullato il provvedimento di proclamazione degli eletti al consiglio del municipio Roma III. La decisione è giunta in accoglimento di un ricorso proposto da Mario Giancotti che, candidato alle elezioni municipali del 28 e 29 maggio scorso nella lista «Moderati per Veltroni», erroneamente si è trovato inserito nei manifesti elettorali allultimo posto della lista «Verdi per Veltroni». I giudici della II sezione bis, presieduti da Patrizio Giulia, hanno depositato le motivazioni della loro sentenza con la quale hanno parzialmente accolto le argomentazioni che per il ricorrente hanno redatto gli avvocati Enrico e Filippo Lubrano. Due le questioni sollevate: da una parte, infatti, si chiedeva la declaratoria di nullità di tutti i voti indicanti il nominativo di Giancotti nella lista «Verdi per Veltroni»; dallaltra, invece, la dichiarazione di nullità di tutta la procedura elettorale. Tutto ciò, in quanto per il ricorrente lerronea inclusione in una lista diversa da quella di appartenenza avrebbe determinato una grave ed irreversibile alterazione dei risultati elettorali, non mitigata dallapposizione di uno «sticker» correttivo ai manifesti elettorali affissi nelle varie sezioni del municipio di appartenenza.
Con riferimento alla richiesta dichiarazione di nullità dei voti indicanti il nominativo di Giancotti nella lista sbagliata, i giudici hanno ritenuto infondato il profilo di illegittimità sollevato. Cosa diversa sulla richiesta di nullità dellintera procedura elettorale per il rinnovo del consiglio municipale. «Opina, in proposito, listante - si legge nella sentenza - che, in ogni caso, lerrore compiuto in suo danno avrebbe determinato lillegittimità dellintera procedura elettorale. Il collegio condivide questa impostazione, prestando piena adesione allinsegnamento del Consiglio di Stato che ha ritenuto come gli errori sui manifesti elettorali, constino essi in inesattezze sui dati identiticativi dei candidati ovvero addirittura in trascrizioni di nominativi diversi da quelli effettivi, sono suscettibili di determinare incertezze in un elemento essenziale della libera espressione del voto, falsandone il relativo processo formativo». Per il Tar, continuando a far propria limpostazione dei giudici amministrativi di secondo grado, la conseguenza sarebbe che «pur in mancanza di una espressa previsione normativa, leffetto di tali errori non può non riflettersi negativamente sullintero procedimento elettorale, determinandone linvalidità».
«Quanto accaduto nel municipio III dimostra il pressappochismo di certi personaggi. Tutto questo fa perdere di credibilità alla politica in un momento in cui ci sarebbe bisogno di uninversione di tendenza.
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