Cronaca locale

Il Tar boccia la legge regionale: «Subito case popolari agli stranieri»

Il Tar boccia la legge regionale sulle case popolari inviandola alla Corte Costituzionale. Il tribunale amministrativo della Lombardia spiega che «vietare l'accesso agli alloggi a chi risiede o lavora in Lombardia da meno di cinque anni» - il nuovo criterio fissato dal Pirellone - «si pone in contrasto con l'articolo 120 della Costituzione». In base a questo articolo, aggiungono i giudici, la Regione «non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone o delle cose tra le Regioni, né limitare l'esercizio di diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale».
Il Tar chiede ora alla Corte costituzione di pronunciarsi. La legge lombarda, dice il tribunale, «rende più difficoltosa la mobilità tra regioni a chi versi in stato di bisogno e rende difficile lavorare in una regione a chi non vi sia da tempo stabilmente insediato». Il Tar ricorda una sua precedente sentenza dello stesso contenuto su un regolamento regionale. Il Pirellone ha risposto il meccanismo in una legge e «per questo - scrivono i giudici - il collegio ritiene che la disciplina in esame sia stata ispirata anche dall'intento di neutralizzare, mediante la modifica formale della fonte normativa, l'orientamento assunto in materia da questo Tar». Cosa «che non può non risultare lesiva della funzione giurisdizionale».
E subito sono arrivate le reazioni politiche. Soddisfatti i sindacati (promotori del ricorso al Tar) e la sinistra. «Avevamo detto che il centrodestra aveva approvato un provvedimento elettoralistico e illegittimo» attacca il ds Franco Mirabelli. Roberto Alboni di An definisce la sentenza «una grave presa in giro per i lombardi. Il criterio della residenza da almeno 5 anni serve a mettere fine alle discriminazioni subite dagli italiani - precisa -. Con le norme precedenti capitava che uno straniero appena arrivato riusciva ad avere un posto migliore nelle graduatorie grazie ai “criteri migliori”: una famiglia numerosa bastava per superare una coppia di anziani pensionati».

E l’assessore Gianni Prosperini conclude: «Un Tar filo-arabo come al solito punisce la Lombardia».

Commenti