Il Tar dà ascolto ad Alstom e ferma i supertreni di Ansaldo

La gara per i 50 nuovi treni dell’Alta velocità delle Ferrovie dello Stato, assegnata al consorzio AnsaldoBreda Bombardier esattamentre un mese fa, è già arrivata a un binario morto. Come spesso accade nelle grandi gare pubbliche - questa vale 1,2 miliardi di euro - il gruppo soccombente, la francese Alstom, ha presentato ricorso al Tar del Lazio e ha ottenuto dal giudice amministrativo la sospensione provvisoria della procedura (che, dopo l’assegnazione, passa alla fase più prettamente contrattuale). Il tribunale ha chiesto alle Ferrovie dello Stato il conferimento di tutta la documentazione riguardante la gara, in particolare quella relativa ai punteggi (tecnico ed economico) sui quali ha prevalso il consorzio italo-canadese. Ora le attese sono rivolte al 29 settembre, giorno in cui in camera di consiglio il Tar deciderà se accogliere il ricorso di Alstom e sospendere la gara oppure rigettarlo e dare il via libera alla procedura così come avviata. In questo momento, ripetiamo, nessuna decisione è stata presa.
Il ricorso di Alstom è stato immediato, la decisione dei giudici risale al 27 agosto ed è stata annunciata dall’amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, lunedì scorso in un convegno a Trento; ma la notizia ha preso dimensione soltanto ieri. Alstom infatti, intendendo mantenere un profilo basso, non ha comunicato la propria iniziativa, che ieri invece è stata confermata non solo dai francesi ma anche dai vincitori e dal committente. Alstom non ha emesso note ufficiali, ma lascia trapelare che il ricorso, nella convinzione della bontà della propria proposta, ha anche l’intento di «non lasciare nulla d’intentato» avendo in Italia una struttura produttiva con 2.800 dipendenti. Alstom ha individuato nella gara «numerose infrazioni, almeno una ventina» alla legge e al capitolato e nell’assegnazione del punteggio.
AnsaldoBreda (gruppo Finmeccanica) e il colosso nordamericano Bombardier hanno invece diffuso un comunicato nel quale «confermano la propria soddisfazione per l’esito della gara». «Attenzione e non preoccupazione» esprime Salvatore Bianconi, ad di AnsaldoBreda, che giudica il ricorso come «una consuetudine». Da parte sua Roberto Tazzioli, ad di Bombardier transportation Italy, dichiara: «Difenderemo vigorosamente i nostri interessi». Quindi afferma che lo Zefiro di Bombardier «rappresenta il treno ad alta e altissima velocità di maggior successo nel mondo, con 160 unità vendute dal 2007 a oggi». Frase che si presta a qualche equivoco che è meglio chiarire. Bombardier ha effettivamente venduto 160 treni, alle sole ferrovie cinesi, ma quelli circolanti ad ora sono soltanto 20 esemplari della versione a 250 chilometri all’ora, utilizzati come treni notturni. Gli Zefiro da 380 all’ora, quelli scelti dalle Fs, non esistono ancora. Quanto al fatto che sia «il treno ad alta e altissima velocità di maggior successo nel mondo», va ricordato, a onor del vero, che solo di Pendolini (250 all’ora) ce ne sono 400 nel mondo, e di Tgv da 300 all’ora, la bandiera dell’Alstom, in Francia ne circolano 560.
Le Ferrovie, il cui interesse è quello, assegnata la gara, di procedere spediti per ottenere al più presto le consegne del nuovo treno, affermano «che la gara si è svolta nel pieno rispetto delle regole» e per questo si «attende con fiducia il parere del giudice amministrativo, nella certezza che le sue decisioni saranno basate su verifiche e valutazioni corrette».

Sullo sfondo, il profilarsi della concorrenza con la rivale Ntv, che, fino alle consegne dei nuovi Zefiro, sfiderà con i suoi Italo (Agv dell’Alstom) i Frecciarossa. I quali sono esemplari ormai datati: si tratta degli Etr 500 del Consorzio Trevi, concepiti nel 1990.

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