Se qualcuno aveva ancora dubbi, da ieri sono risolti. Si vota domenica e lunedì. Il Tar del Lazio ha respinto lestremo ricorso della lista Rete Liberal Sgarbi contro il no della Regione al rinvio delle elezioni dopo la riammissione della lista disposta dai giudici amministrativi mercoledì 17 marzo susseguente alliniziale esclusione per insufficienza delle sottoscrizioni previste dalla legge.
Lavvocato della lista Pietro Barone ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato, con quel po di fiducia garantita dal fatto che il Tar ha almeno giudicato legittimo il ricorso. Il critico darte da parte sua si è appellato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché intervenga in presenza di «atti contrari alla Costituzione, o comunque gravi violazioni di legge». Ma Sgarbi farà altro: ieri, prima del verdetto sfavorevole, aveva annunciato in caso di «no» da parte del Tar atti di disobbedienza civile come quello di ignorare il «silenzio elettorale» di domani. «Continuerò la campagna elettorale in modo clamoroso ma abile e furbo, così da non essere fermato - ha detto Sgarbi - con un effetto speciale, magari anche con una mongolfiera, devo ancora decidere». Sgarbi è comunque convinto di aver subito una grave ingiustizia. «Avrei avuto diritto ai tempi supplementari. Me ne hanno tolti venti e non mi vogliono dare un giorno in più? Se perderemo sarà anche perché non abbiamo avuto il modo di dire agli abitanti di Latina, Rieti o Viterbo che ci siamo e, nel caso di Roma, perché non abbiamo avuto il modo di fare una campagna elettorale di trenta giorni ma solo di otto. Lo capisce anche un bambino».
Poi dal candidato Sgarbi è partito un nuovo e violento attacco al vicepresidente reggente della regione Lazio Esterino Montino, «comunista e non giudice», accusato di essere «pedofilo perché si accanisce contro la nostra lista che è piccolina». Ma ce nè anche per Pierferdinando Casini, leader dellUdc, che ha parlato del centrodestra, come di una «coalizione che tiene in sé elementi non armoniosamente collegati».
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