Il Tar getta un’ombra sul consiglio regionale

Consiglio regionale, un mese di incertezza. Anzi no. Il Tar del Lazio ha rinviato al prossimo 10 giugno la decisione sui ricorsi con i quali il Movimento per la difesa del Cittadino e alcuni consiglieri del Pd guidati dall’ex vicepresidente della giunta Esterino Montino hanno chiesto l’annullamento dell’aumento dei consiglieri regionali dal 70 più il presidente a 73. I tre seggi in discussione sono quelli ulteriori attribuiti alla lista del neopresidente della Regione Renata Polverini nelle circoscrizioni di Latina e Frosinone e al Pdl nella circoscrizione di Viterbo per garantire il premio di maggioranza ma in violazione dello statuto regionale. La discussione dei ricorsi in camera di consiglio, davanti alla II sezione bis del Tar del Lazio, era prevista per ieri, ma i legali del Pdl hanno ottenuto un rinvio della discussione nel merito perché sono ancora in fase di notifica i loro atti d’intervento.
Che conseguenze avrà questo rinvio sull’attività del consiglio regionale? Secondo Renata Polverini nessuna: «Non credo che potrà creare alcun problema», garantisce la neopresidente. Che aggiunge: «I giudici hanno bisogno del tempo da dedicare a questa questione». Non è dello stesso avviso invece Gianluigi Pellegrino, legale del Pd e di Montino, che si augura che «sulla scia della correttezza istituzionale, il prossimo 12 maggio, quando è stato convocato il primo consiglio regionale rinnovato, si evitino delibere importanti per le quali sarebbero decisivi i 3 seggi in più assegnati alla lista Polverini e al Pdl e la cui assegnazione noi contestiamo. Penso, per esempio, alla fase dell’elezione del presidente dell’assemblea». Il rischio infatti, secondo il legale, è che «in caso ci fossero deliberazioni importanti, qualora il Tar accogliesse come noi crediamo il nostro ricorso, tali atti sarebbero travolti con grave danno per le istituzioni. L’auspicio sarebbe un rinvio del primo Consiglio regionale, o quantomeno il rinvio di ogni decisione in attesa della sentenza del Tar».
Ad attendere con ansia la sentenza del Tar era anche l’Udc, che si troverebbe, in caso di ritorno a 70 consiglieri, a fare da ago della bilancia in consiglio: la situazione sarebbe infatti di 35 consiglieri (più il presidente) del Pdl, sei dell’Udc e 29 del Pd. Ma anche in questo caso Polverini ostenta sicurezza: «A prescindere dalla sentenza l’Udc entrerà comunque in giunta».
Intanto il Pdl ha presentato al Tar una richiesta di rinuncia «per sopravvenuta carenza d’interesse» al ricorso contro l’esclusione della lista provinciale dalla competizione del 28 e 29 marzo scorsi.

È stata invece rinviata al 21 ottobre la discussione nel merito di altri ricorsi: quello del consigliere regionale uscente del Pdl, Fabio Desideri, contro la non ammissione della lista Pdl Roma; quello della lista «Carlo Taormina-Lega Italia-Fronte Verde» contro la ricusazione della lista e per chiedere l’annullamento del decreto di indizione delle elezioni; e quello della lista «Viva l’Italia» per contestare il decreto di indizione delle elezioni; e quello del listino regionale Roberto Fiore Presidente a sostegno della candidatura del leader di Forza Nuova. Il rinvio è stato motivato dalla necessità espressa dai legali dei ricorrenti di impugnare, con «motivi aggiunti» al loro ricorso principale, la proclamazione degli eletti al Consiglio regionale del Lazio.

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