Dal Tar una nuova bocciatura per lo spoil system di Marrazzo

Reintegrato il direttore generale dell’Arpa dopo la decisione della giunta di commissariare l’agenzia

Claudia Passa

«L’assessore Bonelli dovrebbe informarsi meglio, perché ciò che dice non è esatto». Non si scompone Rosaria Marino, non più ex direttore generale dell’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, «epurata» dalla Giunta Marrazzo nella foga da spoil system e ora reintegrata dal Tar, di fronte alla presa di posizione dell’assessore all’Ambiente. Il quale, commentando il duro colpo assestato dalla magistratura amministrativa sui metodi del neo-governatore, s’è lasciato andare a critiche nei confronti dell’agenzia, che a suo dire avrebbe in organico «decine di Cococo.» e «sessanta lavoratori interinali».
«A dir la verità - spiega la dottoressa Marino - io dall’agenzia non mi sono mai allontanata, perché il Tar aveva già concesso una sospensiva provvisoria contro il commissariamento deciso dalla Giunta, e adesso l’ha confermata con il pronunciamento definitivo. Poi arriverà il giudizio di merito, ma intanto i giudici mi hanno dato ragione. Hanno concesso una sospensiva motivata, una decisione che dal mio punto di vista è assolutamente chiara». Dunque, per il momento è azzerato il commissariamento deciso dalla Regione a formalizzato con la nomina di Marina Aiello, conferita da Piero Marrazzo su proposta di Bonelli.
Contro la sua «epurazione» (l’ennesima decisa dalla Giunta ulivista) Rosaria Marino aveva presentato ricorso «poiché - spiega - ritenevo che all’Arpa non potesse essere applicata la norma sullo spoil system, considerata la diversità rispetto alle Asl. Evidentemente il Tar mi ha dato ragione». Il lavoro, comunque, «proseguirà serenamente come è sempre andato avanti, poiché io l’agenzia non l’ho mai lasciata». Alle critiche dell’assessore all’Ambiente la manager replica: «Bonelli dovrebbe informarsi meglio sull’Arpa, visto che in organico non ci sono Cococo. poiché quelli che c’erano erano stati nominati dal mio predecessore, e io li ho mandati tutti via. Al momento ce ne sono solo due. Quanto ai lavoratori interinali - prosegue il direttore generale dell’Agenzia per l’ambiente -, è vero che ci sono. Ma Bonelli sa benissimo che abbiamo già fatto i concorsi, e che ne vanno fatti altri. Per procedere, io attendevo soltanto un suo cenno».
Intanto, nel mondo politico, non è passata indolore (per Marrazzo) la decisione del Tar. «Il reintegro da parte del Tar del Lazio del direttore rimosso dalla Giunta è l’ultima clamorosa smentita della politica di occupazione delle poltrone della sinistra regionale - afferma Stefano De Lillo, vicecapogruppo di Forza Italia -. Si tratta dell’ennesimo autogol». Quanto alle critiche di Bonelli, il consigliere azzurro incalza: «Ben consapevole dell’inconsistenza della giustificazione politica per la rimozione del direttore generale, l’assessore all’Ambiente contesta la decisione del Tar per motivi tecnici. Ma è proprio la caratteristica tecnica e non politica a fare della dirigenza dell’Arpa un organo indifferente ai cambiamenti politici».
Non lesina stilettate all’ex anchor-man della terza rete Rai neppure Donato Robilotta, capogruppo del Nuovo Psi alla Pisana, per il quale la sentenza del Tar «è la prova evidente di come la Giunta Marrazzo stia usando lo Statuto in maniera sbagliata, per fare epurazioni e per occupare posti di potere. Questo modo di fare - affonda Robilotta - sta mettendo in difficoltà una amministrazione come la Regione, composta da bravi funzionari e bravi dirigenti che noi, nella precedente Giunta, eravamo riusciti a risollevare portando il Lazio tra le prime regioni in Italia. Alla fine saranno i cittadini a pagare per una Giunta che non riesce e non sa governare, ma che si occupa per lo più di occupare posti e di fare prebende».
I forzisti Francesco Giro e Gianni Sammarco usano invece l’arma dell’ironia: «Ci capita di rado - affermano -, ma questa volta non possiamo che concordare con l’assessore Bonelli. Il reintegro da parte del Tar del direttore dell’Arpa è incomprensibile all’indomani della rimozione di circa 20 direttori generali delle Asl. Per questo ora chiediamo di chiarire la vicenda delle Asl.

Nel rinnovo dei vertici Asl - proseguono i due esponenti di Fi - denunciammo un uso politico e fuorilegge dello spoil system, ma ci venne risposto che era tutto regolare. Se oggi il Tar ha cambiato idea, sarebbe bene saperlo visto che il Consiglio di Stato, prima di emettere la sua sentenza definitiva, ha investito della questione addirittura la Corte costituzionale».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica