Una targhetta sulle biciclette per mandare fuori strada i ladri

Rubarla è sempre stato un gioco da ragazzi. Per chi ama la bicicletta subirne il furto è come prendersi la varicella, prima o poi accade. Il guaio è che nella vita di un ciclista metropolitano questa esperienza rischia di ripetersi sempre più spesso. Non come la varicella ma addirittura come un raffreddore. E non c’è catena, seppur pesante, che scoraggi il furto. Come mai? Lo dice il codice civile: «Il bene mobile appartiene a chi lo usa». Che siate voi o il ladro non ha importanza. Nessuno può rivendicarne la proprietà. Perlomeno fino a quando anche per le due ruote non sarà obbligatoria la targa. Con tanto di registro ufficiale. Come accade per le automobili e per i cani.
Ci siamo finalmente. Fra trenta giorni la Provincia garantirà a tutti i residenti della Grande Milano una vera targa per biciclette: «Verranno incise alcune cifre sul telaio, il numero verrà registrato in un archivio informatico assieme al nome del proprietario e alle caratteristiche della bicicletta» annunciano all’assessorato provinciale Infrastrutture e mobilità.
La targa permetterà di rintracciare la bici, i ladruncoli sono avvisati, quale antifurto migliore di un buon deterrente? L’operazione scatterà fra un mesetto, è a costo zero e non ha balzelli come strascico. «I cittadini non pagheranno nessun bollo e nessuna iscrizione al registro» affermano a palazzo Isimbardi. L’assessore alle Infrastrutture Giovanni De Nicola aggiunge: «Realizzeremo un vero e proprio registro delle biciclette, così come avviene in altri Paesi, ad esempio in Francia». Soddisfatte le associazioni di ciclisti, da Turbolento a Ciclobby. «Da anni ci battiamo per divulgare la sensibilità alle due ruote, stiamo mappando la città per mettere in evidenza le zone dove avvengono più furti - ha anticipato il presidente di Ciclobby Eugenio Galli - La cartina servirà alle forze dell’ordine perchè finora, senza una targa e un registro, le denunce cadevano nel vuoto. Se il sistema annunciato dalla Provincia è simile a quello di Strasburgo, consiste nell’incidere un codice alfanumerico sul telaio della bicicletta e sul tesserino consegnato al proprietari collegato a un database.
Il registro è poi consultabile dalle forze dell’ordine, questo è l’unico sistema che permette di assicurare una bicicletta e di identificarla in modo univoco». Altro problema: quanti sono i furti di bicicletta in città? Senza denuncia non c’è certezza. Da trenta a cinquanta al giorno, si dice, ossia 18mila all’anno.
La targa è di fatto un marchio ottenuto da una speciale macchina per fresatura, il codice non potrà essere cancellato o modificato. La bicicletta non sarà più anonima, insomma. «È anche dalle piccole cose di gestione quotidiana che si possono aiutare i cittadini - ha dichiarato il presidente della Provincia Guido Podestà - La targa è un aiuto pratico». Non è finita. Qualcosa si muove sotto il cielo degli amanti delle due ruote.
L’assessore De Nicola ha anticipato che «sono già stati stanziati i fondi per realizzare la “pista Expo”, un’avveniristica pista ciclabile, protetta e immersa nel verde, per collegare Milano agli spazi espositivi.

Sarà il biglietto da visita della città - è certo De Nicola - Partirà dalla stazione Garibaldi attraverserà Rho fino a raggiungere la Fiera». Perchè avveniristica? «Perchè sarà dotata di aree sosta attrezzate, con telecamere per la sicurezza e distributori per ricaricare i veicoli elettrici. La nuova pista ciclabile rifletterà lo stile italiano».

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