Kasia è rimasta dodici ore fuori dalla sala operatoria, invocando il miracolo, anche se i medici avevano definito le condizioni di Pietro «disperate ». Ma l’ultima speranza se n’è andata verso le 2.30 della notte. Pietro Taricone, suo marito, non c’è l’ha fatta, l’impatto con il suolo, nell’effettuare la manovra di atterraggio con il paracadute, era stato devastante. E ora su «Indymedia», sito della sinistra radicale, esplode la gioia: «Un fascista in meno». Nato a Frosinone nel 1975, ma cresciuto a Caserta, aveva frequentato il liceo scientifico «Diaz» insieme a Roberto Saviano. Lo scrittore ha detto di lui: «Lo ricordo carismatico, solare e un po’ guascone».Dopo le superiori era approdato a Giurisprudenza, senza mai laurearsi. Divenuto popolare con il «Grande Fratello», «’o Guerriero » aveva subito cercato una propria strada, evitando ospitate in televisione, comparsate nei locali e inaugurazioni di centri commerciali. Si era messo a studiare recitazione e con profitto migliore rispetto all’università, viste le prove più che positive in pellicole come «Ricordati di me», girato da Gabriele Muccino nel 2003. Lo stesso anno sul set di «Radio West » conosce Kasia Smutniak, attrice e modella polacca, che sposa e dalla quale l’anno dopo ha una figlia, Sophie. I due si erano poi trasferiti in un casale alle porte di Roma sulla Cassia, circondati dai cavalli, grande passione della coppia. Amante delle sfide, si era innamorato del paracadutismo infilando 400 lanci uno dopo l’altro,seguendo corsi di perfezionamento in mezzo mondo. Lunedì mattina era sull’aereo con la moglie, anche Kasia è infatti una provetta paracadutista. Anzi, qualche tempo fa capitò a lei un’emergenza,riuscì all’ultimo ad aprire il secondo paracadute e atterrare sulla strada. Taricone l’altro ieri ha salutato la moglie, che si sarebbe lanciata subito dopo, ricevendo un «Vai» di incitamento. Poi si è buttato. La vela si è aperta regolarmente, Pietro ha fatto una serie di evoluzioni poi, in prossimità del terreno, inspiegabilmente, non ha rallentato e si è schiantato a terra. «Come fosse caduto da un palazzo di sette piani»,hanno spiegato i medici che l’hanno operato per dieci ore nel disperato tentativo di salvarlo. Tutto inutile, troppo estese e devastanti le lesioni riportate. Tanti i messaggi di cordoglio di amici e colleghi, su tutti il commosso ricordo di Saviano. Ma anche il macabro sciacallaggio scatenatosi su Indymedia «Network di media gestiti collettivamente per una narrazione radicale, obiettiva e appassionata della verità» come recita con involontaria ironia nel frontespizio.«E l’Italia pianse la morte d’un fascista ( solo perché amante del paracadutismo, nrd ) palestrato », primo commento accompagnato da una foto di Taricone con la scritta: «L’unico fascista buono è quello morto». Senza sapere di aver parafrasato la frase di quel «fascista» del colonnello Custer e riferita ai pellerossa. «Ma chi c...zo se ne fotte? Se la speranza di vedere la fine dei fascisti si riduce a sperare che il loro paracadute non si apra, siamo messi male » è il primo delicato intervento. Subito bissato da un più ruspante «Ho goduto come un porco quando ho saputo che era morta quella gran testa di c...zo fascista e razzista! 10 100 1000 Taricone». Qualcuno prova a moderare: «Al di là delle sue simpatie politiche, merita rispetto e lascia una bimba di 6 anni. Vergognatevi». Altri a instillare il dubbio: «Saviano ricorda come al liceo Taricone fosse rappresentante di istituto, organizzava autogestioni ( non certo da destra), difendeva i più deboli.
Infilarlo fra i fascisti è vera paranoia». Ma entrambi vengono zittiti da un perentorio: «Saviano, un altro fascista di merda!» che non lascia spazio a repliche e consente agli antagonisti di liberare la loro felicità, senza tanti pudori «borghesi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.