Come una valanga. Non si placa la rivolta degli imprenditori genovesi contro la Tia, tassa sui rifiuti applicata dal Comune su aree produttive per le quali i titolari pagano già aziende autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il primo a uscire allo scoperto è stato Walter Pilloni, amministratore delegato della Teknit di Sestri Ponente, ma ogni giorno altri imprenditori si uniscono alla protesta. Come Gianni Carnabuci, proprietario della De.Ca., altra azienda di Sestri che produce tiranti di ancoraggio per ledilizia. «Mi associo al coro dei colleghi che sono nelle mie condizioni», spiega Carnabuci. E aggiunge: «la situazione che si è venuta a creare è che le piccole e micro realtà aziendali, rimaste per altro ormai in poche nel territorio genovese, sono sempre più gravate da balzelli di ogni genere e altamente iniqui. E così non riescono a resistere alla concorrenza di aziende situate in zone diverse, dove tali oneri sono invece enormemente inferiori».
In altre Regioni o Comuni, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani non viene applicata sulla totalità della superficie aziendale - che comprende anche i reparti produttivi che hanno per legge lobbligo di smaltire i prodotti di scarto tramite aziende registrate - ma soltanto su quella dedicata agli uffici. «Così, per fare un esempio, un mio fornitore non genovese che ha unazienda che è una volta e mezza la mia, paga per la spazzatura 432 euro contro i miei 8.300», continua Carnabuci. È chiaro che con questi balzelli anche le imprese più corazzate, di fronte a un congiuntura economica non favorevole possono andare incontro a crisi e anche al taglio di posti di lavoro.
E mentre si attende il confronto televisivo su Rai Utile (canale satellitare 816) lunedì mattina in diretta, dove si parlerà di tasse e di spazzatura, Pilloni torna allattacco contro il Comune.
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