Gian Battista Bozzo
da Roma
La maggioranza s’impantana sull’emendamento alla Finanziaria che vuol concedere la franchigia di un milione nelle successioni all’interno di una coppia di fatto, come fra coniugi o nel caso di eredi diretti. Una delle tante battute d’arresto che conduce, inevitabilmente, al voto di fiducia. Ieri, in Senato, si è votato solo l’articolo 2. E così, secondo fonti di maggioranza, il Consiglio dei ministri del 12 autorizzerà la fiducia, che dovrebbe essere votata il 15 o il 16 dicembre. Se la commissione Bilancio non dovesse completare il voto sul testo, arriverà il solito maxiemendamento con le modifiche su cui c’è già accordo nella maggioranza.
Non è questo il caso delle successioni fra conviventi, su cui si è combattuta una battaglia polemica fra i teodem della Margherita, capitanati da Luigi Bobba e Paola Binetti, e la sinistra radicale. Battaglia senza vincitori né vinti: la norma contrastata finisce infatti sul tavolo del governo. Sarà il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, a dover trovare la mediazione. La soluzione potrebbe giungere oggi. La franchigia da un milione di euro fra conviventi more uxorio, potrebbe essere eliminata. Solo nel caso in cui il convivente che sopravvive sia stato nominato in testamento, potrebbe però valere l’aliquota del 4%, la stessa destinata a coniuge, figli e genitori, sull’intero asse ereditario.
Anche su questa soluzione di compromesso non mancano i dubbi, soprattutto politici. «La posizione della componente cattolica della maggioranza è molto arretrata», attacca il capogruppo dei verdi-Pdci Manuela Palermi ricordando che nel programma dell’Unione «c’è scritto che saranno riconosciute le coppie di fatto». Aggiunge Franco Grillini (Ds): «L’opposizione dei teodem contraddice il programma di governo». Ma l’esponente della Margherita non demorde: l’aliquota del 6% nelle successioni, spiega, va applicata a tutti coloro che sono inseriti nel testamento «siano fratelli o badanti, sorelle o compagni». Sul terreno dei Pacs, secondo la Binetti, «il rischio è sempre dietro l’angolo, e se si sgarra c’è il pericolo di non trovare la maggioranza in Parlamento». La patata bollente passa così nelle mani di Letta, mentre il centrodestra, con Riccardo Pedrizzi (An), parla di «norma incostituzionale».
Sarà anche necessario trovare una mediazione sulla copertura per l’esenzione da ticket dei «codici verdi» al pronto soccorso: quella individuata dal governo (un taglio orizzontale sulle spese sanitarie) non soddisfa infatti la maggioranza. Si cercano inoltre 60-70 milioni aggiuntivi per l’università.
Sei proposte dalla Cdl. Mentre nella «cabina di regia» del centrosinistra cala il blackout sulle successioni, i capigruppo della Cdl - Schifani, Matteoli, Castelli e D’Onofrio - presentano nel corso di un incontro con la collega dell’Ulivo Anna Finocchiaro sei proposte per utilizzare in parte il maggior gettito fiscale annunciato da Vincenzo Visco. Eccole, in sintesi: 1) sopprimere la revisione degli studi di settore (3,1 miliardi di maggiori entrate previste); 2) cancellare gli aumenti dei contributi agli autonomi (4,2 miliardi); 3) sopprimere gli aumenti catastali dei terreni (400 milioni); 4) aumentare da 50 a 100 dipendenti il limite delle aziende escluse dalle norme sul Tfr (1,2 miliardi); 5) maggiori risorse per 1,2 miliardi alle infrastrutture; 6) 500 milioni in più per la sicurezza. Dodici miliardi in tutto, a cui il governo certamente non rinuncerà. Per la Finocchiaro, è comunque giusto che si pensi a «finalizzare insieme», maggioranza e opposizione, il gettito boom delle entrate fiscali.
Giovani a carico fino a 21 anni. I nuclei con almeno tre figli potranno considerare «a carico» i ragazzi fino a 21 anni (solo se studenti o apprendisti) ai fini degli assegni familiari. Questa l’ultima versione dell’emendamento all’articolo 2 della Finanziaria, approvato dalla commissione Bilancio. Lo stesso emendamento prevede una detrazione fiscale non inferiore a 1.380 euro per i lavoratori a tempo determinato: per finanziarla, saranno inseriti controlli fiscali sui videopoker. Con l’articolo 2 la commissione a dato l’ok alla nuova Irpef a 5 aliquote. Via libera anche all’inserimento del Tfr nei fondi pensione dal 1 gennaio 2007. Il dipendente avrà tempo fino al 30 giugno, per decidere se aderire.
Autostrade, stop di Di Pietro.
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