Milano - Il governo riforma gli assegni familiari ma dimentica chi ha un disabile in casa. È il paradossale effetto della cosiddetta «armonizzazione» con cui la Finanziaria 2007 ha rivisto i livelli di reddito e gli importi degli assegni, con l’intento di ridurre gli intervalli fra i diversi scaglioni per evitare che un aumento anche minimo delle entrate familiari provocasse la riduzione o la perdita della prestazione. «Gli importi dell’assegno per le famiglie in cui sia presente, oltre ai genitori, almeno un minore e non vi siano componenti inabili, diminuiscono adesso gradualmente per ogni 100 euro di aumento del reddito», spiega la circolare dell’Inps, emanata il 12 gennaio di quest’anno. E quelle dove invece c’è un disabile? Per quelle vale la regola generale, che cioè gli importi «siano rivalutati del 15 per cento, fermi restando i livelli di reddito familiare, che non subiscono alcuna rimodulazione né rivalutazione». Che cosa ne consegue? Che in moltissimi casi gli assegni percepiti dalle famiglie con un disabile in casa sono più bassi. Il ministero dell’Economia parla di «disallineamento da correggere». Ma intanto, gli effetti si sono già avvertiti.
«Sono il papà di un bambino disabile di 18 mesi - ci scrive un lettore -. Con le nuove regole della Finanziaria 2007 la mia famiglia, composta di quattro persone con un reddito complessivo sui 40mila euro, ottiene un assegno di circa 46 euro: se mio figlio fosse normalmente abile, a parità di condizioni, otterremmo circa 71 euro. In pratica, chi ha un figlio disabile non solo non viene aiutato, ma addirittura penalizzato. Già ogni giorno per noi è una battaglia fra fisioterapia, esami clinici, barriere architettoniche e sguardo compassionevole delle persone che incontri: ci mancava la presa in giro dello Stato».
Lettere come questa affollano in questi giorni il sito web dei disabili italiani, Disabili.com: «Se ne parla solo ora - spiega Alberto Friso, redattore della testata on line - perché questo succede solo in seguito alla manovra 2007, e perché la legge finanziaria ha dato i suoi effetti sulle prime buste paga dell’anno, quelle appunto appena arrivate nelle case degli italiani, con il pagamento delle prestazioni lavorative di gennaio. D’altra parte, basta guardare le tabelle Inps e fare pochi calcoli, per capire la situazione».
All’ufficio stampa dell’Inps, però, fanno presente che «già dai primi di febbraio avevamo inviato una lettera al ministero dell’Economia, e per conoscenza anche a quelli del Lavoro e al dipartimento Politiche familiari della presidenza del Consiglio, facendo presente la disparità e chiedendo di poter attuare il trattamento più vantaggioso anche per le famiglie con disabili, in attesa del decreto che doveva riformulare tutta la materia. Attendiamo ancora risposta». Richiesti di spiegazioni, i ministeri del Lavoro e della Famiglia passano la palla al dicastero dell’Economia.
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