Roma - Il record di entrate fiscali salva i Bot people dall’aumento al 20% dell’aliquota sui titoli di Stato e le altre forme di risparmio. Governo e maggioranza, nel corso di un vertice alla Camera fra i capigruppo e il viceministro Visco, hanno deciso di accantonare l’aliquota unica del 20% sulle rendite finanziarie contenuta nel disegno di legge delega all’esame della commissione Finanze di Montecitorio. Salta così uno dei capisaldi del programma prodiano, che aveva causato infinite polemiche alla vigilia delle elezioni, tanto da danneggiare gravemente la coalizione di centrosinistra.
Per i conti pubblici 2009 la rinuncia all’incremento della tassazione sul risparmio provocherebbe un «buco» da due miliardi di euro circa. Ma l’andamento davvero impressionante delle entrate fiscali anche nel 2007 - confermato da Vincenzo Visco in Parlamento - consente a governo e maggioranza di evitare un provvedimento impopolare alla vigilia del voto amministrativo. I risparmiatori sono infatti tornati in massa ad investire in titoli di Stato, dopo gli aumenti dei tassi d’interesse decisi dalla Banca centrale europea. «L’articolo uno della legge delega - conferma il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi - verrà riscritto accantonando l’aliquota unica del 20%» sulle rendite e sul capital gain. Il prelievo resta dunque al 12,50% e rimane invariata anche l’aliquota del 27% sugli interessi bancari.
«L’andamento delle entrate fiscali ci consente di guardare con una certa tranquillità al domani - spiega al Giornale il presidente della commissione Finanze della Camera, Paolo Del Mese (Udeur) - adesso resta da affrontare la questione degli estimi catastali (anch’essa contenuta nel disegno di legge delega, ndr) individuando formule per venire incontro alla prima casa. La questione dell’Ici prima casa è da vedere, il governo senza dubbio la affronterà». Non si parla invece, almeno in questa sede, della tassazione secca del 20% sui redditi da affitto. Il governo non ha fatto proposte in merito alla Camera, eventualmente se ne riparlerà nel corso della seconda lettura in Senato. «Il rinvio della nuova tassazione sulle rendite finanziarie è una palese ingiustizia - commenta il segretario della Cisl Raffaele Bonanni - vuol dire abbandonare una linea già annunciata, e questo ci preoccupa».
Gli ultimi dati sulle entrate fiscali di gennaio (+8,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) confermano che il boom del 2006 non è un fatto episodico. Lo sottolinea anche Visco, sostenendo che il primo trimestre 2007 «va discretamente sotto il profilo delle entrate». Le risorse per il bonus fiscale dunque ci sono ma, avverte il viceministro delle Finanze, «non bastano per tutto, e dunque bisognerà individuare delle priorità». Nonostante tutto, secondo Visco, l’evasione continua ad essere «spudorata», giunta a «livelli raccapriccianti»: al ristorante, racconta, «danno la ricevuta al ministro ma non alla scorta, che è composta dalla Guardia di finanza». La Finanza, annuncia il comandante generale Roberto Speciale, aumenterà del 23,4% i controlli fiscali rispetto al 2006, arrivando a quota 850mila.
Cuneo fermo a Bruxelles. Mentre governo e maggioranza rinunciano all’aumento della tassazione sulle rendite, un altro cavallo di battaglia di Prodi, il cuneo fiscale, resta in panne a causa delle perplessità dell’Unione europea. Il negoziato si sarebbe arenato, a quanto dicono fonti di Bruxelles riportate da Repubblica, sulla mancata estensione del taglio Irap alle imprese bancarie ed assicurative.
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