Tasse, la sinistra incastra Pisapia e chiede una stangata sui redditi

Manovre sull'Irpef. Idv e Prc vogliono l’addizionale per chi guadagna più di 100mila euro. In un mese la giunta ha già ipotizzato aumenti per asili, sport e turisti

Tasse, la sinistra incastra Pisapia e chiede una stangata sui redditi

Il partito di Di Pietro ha «regalato il progetto a Pisapia». Volevano lanciarlo in solitaria e metterci la firma (o meglio il simbolo) ma «abbiamo chiesto al sindaco che ci metta al lavoro l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, e confidiamo che raccolga il suggerimento». Quale? Addizionale Irpef per i redditi superiori a 100mila euro, «caro Pisapia comincia a chiedere i soldi ha chi ne ha». Un invito preciso che due sere fa il commissario dell’Idv Stefano Zamponi, con il consigliere comunale Raffaele Grassi, ha rivolto al sindaco nell’incontro riservato di due giorni fa a Palazzo Marino, «bisogna dare un segnale che il vento è cambiato davvero» hanno aggiunto. E qualche indizio a poco più di un mese dall’insediamento dalla giunta - era il 5 giugno - i milanesi l’hanno già registrato. In città, garantiva l’ex sindaco Letizia Moratti in campagna elettorale, «continueremo a non utilizzare l’addizionale Irpef, non alzeremo le tariffe, non metteremo la tassa sul turismo».
In trenta giorni il vicesindaco Maria Grazia Guida ha già ammesso che si lavora ad un piano per alzare le rette degli asili e delle mense, l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso ha aperto alla tassa di soggiorno scatenando la rivolta dei commercianti, è nell’aria un ritocco dei biglietti Atm e la stangata potrebbe chiudersi proprio con l’Irpef a carico dei più ricchi. «É giusto chiedere sacrifici a chi ha maggiori disponibilità» sostiene Stefano Zamponi, che è consigliere regionale con uno stipendio da 127mila euro e quindi parla anche a proprio svantaggio. Ma «piuttosto che mettere le mani nelle tasche dei pensionati dia un contributo chi ha guadagni alti, è un principio di solidarietà ed equità». La Moratti si vantava di non aver introdotto l’addizionale, «come se fosse un fiore all’occhiello, Milano era un’isola felice» ammette Zamponi visto che in Lombardia sono rimasti pochi i Comuni che riescono a far quadrare i conti senza ricorrere a questa leva fiscale ma come ribadisce l’Idv, «il vento è cambiato». Difficile che Pisapia non raccolga l’input, lanciato con toni meno impetuosi a inizio mandato anche dallo stesso Tabacci a Radio24. Entusiasta la Federazione delle sinistre, il portavoce Antonello Patta assicura che «nelle riunioni di maggioranza sosterremo l’ipotesi».


A marzo peraltro dopo 3 anni è stato sbloccato l’aumento dell’addizionale (non potrà superare lo 0,4%), e lo stesso Chiamparino ex sindaco Pd di Torino e presidente dell’Anci ha immaginato che sarà difficile che i Comuni non approfittino della stangata «se l’alternativa è tra modificare le aliquote o aumentare le tariffe, la scelta che penalizza meno le fasce deboli è la prima». Ma il rischio per i redditi medio-alti è che a Milano siano tartassati su entrambe i fronti.

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