Roma - Tommaso Padoa-Schioppa e l’arte della Politica: due pianeti sempre più vicini. Una dimostrazione di quanto «vicini» la offre lo stesso ministro al question time sul fisco. In poco più di 180 minuti («per fortuna che ho 3 minuti, se avessi mezz’ora sarei più esaustivo»), Padoa-Schioppa assesta un colpo alla ventata lassista del centrosinistra, uno di prammatica al centrodestra, una risposta alla Commissione europea.
Lo avevano convocato a Montecitorio per spiegare perché il governo non aveva calcolato nei conti di quest’anno il maggior gettito del 2006. E lui per tutta risposta fa gelare il sangue a Fassino e Rutelli: i leader dell’Unione più impegnati a spiegare ai contribuenti che i sacrifici fiscali di oggi verranno rimborsati presto, forse già quest’anno; di certo nel 2008. Preoccupazione che trapela dal commento rilasciato in serata dal diellino Tiziano Treu: «Padoa Schioppa dovrebbe ricordarsi dell'articolo 1 della Finanziaria; ridurre le tasse è una priorità».
Con rigore notarile, Padoa-Schioppa legge: «Le maggiori entrate che risultassero dal successo della lotta all’evasione e all’elusione fiscale a un certo momento dovranno andare a riduzione del carico tributario». Pausa. «Ma certo questo non potrà avvenire nel 2007 o nel 2008». Insomma, se i contribuenti potranno pagare meno tasse, questo non avverrà che nel 2009. Piccola coincidenza a dimostrazione della vicinanza con l’arte della Politica del ministro dell’Economia. Proprio per quell’anno sono in calendario le elezioni europee, che per la politica italiana equivalgono alle elezioni di mid term. E abbassare le tasse a ridosso di una tornata elettorale così importante non è certo una scelta casuale.
Fra l’altro con questo argomento, Padoa-Schioppa mette anche a tacere quanti, nel centrosinistra, gli chiedono abbattimenti fiscali immediati. O quantomento la promessa di farlo con la prossima Finanziaria, quella per il 2008. A Fassino e Rutelli - i più insistenti su questo tema - il ministro manda a dire che sgravi fiscali per il prossimo anno non sono in programma. Anche perché - spiega - bisogna vedere se il maggior gettito (che, a questo punto, non è più quello ereditato, ma quello frutto della «lotta all’evasione ed elusione fiscale») diventa duraturo, cioè si conferma negli anni futuri.
Roberto Salerno di Alleanza nazionale fa un assist al ministro quando gli chiede: come è stato utilizzato il maggior gettito dello scorso anno? «È andato a riduzione dell’indebitamento netto - risponde -, infatti ci aspettiamo per il 2006 cifre finali migliori di quelle che davano le previsioni precedenti». Visto che l’argomento è scivoloso (il governo precedente, quindi, non avrebbe lasciato i conti pubblici «allo sbando», se il deficit migliora) il ministro ricorda subito che le maggiori entrate segnalate fra l’ultima Trimestrale di cassa di Tremonti e la prima sua Relazione previsionale e programmatica «è appena del 3%: un normale scostamento statistico». Sorvola sulla circostanza che le stesse previsioni della Relazione previsionale e programmatica sono state superate dal maggior gettito (un punto di Pil) segnalato con i dati del fabbisogno di inizio anno. E per le entrate la differenza fra cassa e competenza (il fabbisogno è di cassa, il deficit è di competenza) è minima.
Proprio il miglioramento dei conti e l’impegno a non ridurre le tasse prima del 2009 sono l’indiretta risposta alle richieste di rigore finanziario avanzate dalla Commissione europea. Il primo marzo prossimo (quando verranno resi noti i dati ufficiali sul deficit), Padoa-Schioppa potrà mostrare un deficit 2006 (al netto delle una tantum: Fs e sentenza Ue sull’Iva) prossimo al 3%. Segno che l’Italia ha rispettato in pieno il Patto di stabilità, che obbliga un Paese membro a conteggiare le maggiori entrate nell’anno in cui le incassa. Una richiesta che Padoa-Schioppa si è sentito più volte ripetere in sede Ecofin.
Insomma, in 180 minuti Padoa-Schioppa fa capire quanto si sia avvicinato alla Politica. Anche a quella indigesta alla sua stessa maggioranza.
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