Cultura e Spettacoli

Tato Russo: «Masaniello primo vero musical italiano»

Igor Principe

da Milano

Parafrasando il famoso libro di John Reed sulla Rivoluzione d'Ottobre, si potrebbe parlare dei «dieci giorni che sconvolsero Napoli». Il protagonista non fu un avvocato (tale era Vladimir Ulianov detto Lenin) ma un pescivendolo. Il suo nome era Tommaso Aniello, ma il popolo lo contraeva comodamente in Masaniello.
A quel simbolo dei capipopolo ingenui e generosi al punto da rimanere vittime del loro slancio ideale dieci anni fa fu dedicato un musical: testi e regia di Tato Russo, musiche di Patrizio Marrone. Titolo, manco a dirlo, Masaniello. Rinnovato solo nel cast, lo spettacolo sarà di nuovo sulle piazze italiane a partire dal teatro Bellini di Napoli, dove il giorno di Natale è attesa la prima.
«Non ho fatto una ricostruzione storica di quanto avvenne tra il 7 e il 17 luglio del 1647, quando quel povero pescivendolo scatenò la rivolta contro il governo spagnolo di Napoli», spiega Tato Russo, in questi giorni in scena a Milano con La tempesta di Shakespeare. «Ho scelto invece una versione più romanzata e fantastica, esaltata dalla struttura del musical, dove Masaniello viene avvelenato con una pozione che gli dà la stessa vice regina di Spagna. E fa niente se la storia dice che lo cose andarono diversamente».
Niente filologia, insomma. Piuttosto, la voglia in Tato Russo di riportare sulla scena quello che lui ritiene, pro domo sua, il primo vero musical italiano. «È tale perché dieci anni fa i musical erano rifacimenti di produzioni straniere - spiega -, poi si sono affermati spettacoli di altro tipo, cioè assemblaggi di venti, venticinque canzoni a tema, dove si vede la mano pesante di un'industria discografica intenta solo alla valorizzazione del singolo pezzo. Qui invece siamo partiti dal libretto per concepire una musica ad hoc, per formare un corpo unico tra testo e note».
Tra gli interpreti Gianni Fiorellino, Arianna e Irene Fargo. Il primo e l'ultima con un passato di cantanti alle spalle; la seconda con maggiori esperienze in prosa. Campo, quest'ultimo, cui Russo non lesina stoccate. «Dieci anni fa era in crisi. Ora va meglio, ma i giovani attori che escono dalle scuole mi sembrano tutti bisognosi di analisi e cure. Sono chiusi, introspettivi.

Meglio gli studenti di musical, gioiosi ed entusiasti».

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