Torino - Farà chic, farà scena, sarà un modo per farsi notare ma fatto sta che quelle «opere d’arte» incise sulla pelle possono essere pericolose. Tanto che il pm di Torino, Raffaele Guariniello ha aperto un’indagine sulla scia della risoluzione del Consiglio Europeo che indica la necessità di controllare i materiali usati dai tatuatori e il livello igienico di queste pratiche che possono anche veicolare infezioni e virus, compresi epatite e Hiv.
Sono già stati sequestrati dei lotti di colori, che sono risultati contenere sostanze a rischio, in particolare delle ammine aromatiche vietate dalla legge. Sostanze per ora rinvenute solo nel rosso, nei giallo e nell’arancione, ma l’indagine non è che all’inizio.
È stato anche rintracciato il distributore dei colori poi sequestrati, una ditta italiana pugliese, la Yakuza Ink, di San Ferdinando di Puglia, l’unica ditta italiana che produce tali sostanze e che però risulta fornita di tutte le licenze necessarie. I responsabili dell’azienda mettono i puntini sulle «i» e spiegano tutto quanto esce dai loro magazzini viene certificato, proprio per essere certi che non vi siano contenute ammine.
Di fronte agli inquirenti si sono difesi aggiungendo che i lotti in questione erano scaduti e nonostante questo custoditi e poi ancora usati da un loro cliente torinese. Ma l’indagine della magistratura torinese continuerà a 360 gradi e interesserà oltre al Piemonte l’intera penisola.
Fare un tatuaggio può essere molto rischioso se realizzato «in condizioni igieniche precarie e senza seguire le norme di sicurezza necessarie: c’è il pericolo di infezioni batteriche o virali anche gravi», precisa Evangelista Sagnelli, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), commentando il caso di una giovane belga in coma e che ora rischia l’amputazione della gamba per un’infezione dopo il tattoo. «Non sappiamo al momento quale sia l’infezione che ha colpito la ragazza, né conosciamo i particolari del caso. Possiamo però fare un appello - sottolinea - per evitare di sottoporsi a queste procedure in mancanza di operatori esperti e garanzie igieniche e professionali», spiega il medico. Se infatti non si rispettano queste regole, dopo un tatuaggio possono crearsi situazioni pericolose per la salute come «fenomeni di endocardite per infezioni batteriche oppure sepsi. Ma anche infezioni virali, le più diffuse sono quelle da epatite C e B».
«Tutto quello che «supera la barriera della cute deve essere sterilizzato - spiega - e la cute stessa, prima di queste operazioni, deve essere preparata adeguatamente, eliminando ogni microrganismo che potrebbe entrare in circolo e creare danni, anche seri». Non bisogna però criminalizzare il tatuaggio.
«Fatto in modo serio e accurato, rispettando le regole d’igiene, non comporta veri rischi», conclude l’infettivologo.Ma che l’allarme non sia da sottovalutare lo conferma anche l’Associazione italiana tatuatori (Atir): in Italia, avverte il presidente Giuseppe Serra, «mancano norme precise e stringenti».
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