Tavolino selvaggio, ecco le nuove regole

Approvata ieri la nuova delibera: più autonomia ai municipi, tetti di massima occupabilità e ammende più alte per i trasgressori

Tavolino selvaggio, ecco le nuove regole
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Claudia Passa

Tavolino selvaggio e mal di pancia, ci risiamo. Nel giorno in cui il Campidoglio ha approvato il nuovo regolamento per le occupazioni di suolo pubblico, pare che una frangia della Quercia del centro storico non abbia gradito troppo l’uscita pubblica di Giuseppe Lobefaro, presidente del I municipio, sceso in piazza domenica scorsa contro l’abusivismo commerciale nel Rione Monti. Nonostante la presenza dell’assessore capitolino al Commercio Franco Cioffarelli, difatti, pare che una parte dei Ds, «orfani» di Daniela Valentini, abbiano preso l’iniziativa come un velato attacco al Comune. Non è un caso, forse. Già, perché sarà a causa di una diatriba fra maggioranza e opposizione che ha fatto slittare il voto fuori tempo massimo, sarà per il battibecco che da tempo vede punzecchiarsi Campidoglio e I municipio in materia di commercio.
Ma che cosa prevede la nuova delibera, approvata con 29 voti favorevoli e sei astenuti? Spiega Roberto Giuglioli, presidente della Commissione Commercio del Campidoglio: «Verrà data più autonomia ai Municipi, in particolare a quelli del centro storico (I, II, III, IX, XVII). Ci sarà un massimo di occupabilità, diversa a secondo del municipio, del suolo pubblico. Ad esempio, se per una certa via si stabilisce un massimo di occupabilità del 5 per cento , non potrà in nessun modo essere superato tale limite pena sanzioni pecuniarie e amministrative. Verrà fatta una differenziazione anche per ciò che riguarda le concessioni del suolo pubblico che varieranno a seconda che si tratti dei cosiddetti salotti, per i quali la concessione è di 5 anni, o per i singoli esercizi (3 anni). La terza novità riguarda la verificabilità delle soste attraverso segni ben precisi come l'uso di borchie sul suolo e dei particolari bolli di concessione. Inoltre la sosta dovrà essere pubblicizzata attraverso l’esposizione del permesso all’esterno del locale». I trasgressori dovranno pagare un’ammenda molto più alta dell'attuale e chi trasgredirà per tre volte nel corso di un anno, rischierà la decadenza del titolo e della licenza. In questo modo la delibera recepisce in extremis alcune delle istanze che il parlamentino di via Giulia aveva chiesto all’unanimità quasi un anno fa a proposito delle occupazioni di suolo pubblico nella città storica.
La delibera non soddisfa il presidente della commissione Roma Capitale, Luca Nitiffi, che propone l’introduzione di «un osservatorio a garanzia sia degli operatori che dei residenti» che monitori «la città al fine di proporre all’amministrazione comunale come arrivare alla risoluzione ottimale dei problemi». Il presidente del I municipio, Giuseppe Lobefaro, si è dichiarato soddisfatto perché «dopo quattro anni e dopo aver preso qualche schiaffone in pubblico, abbiamo dimostrato che il tema dell’occupazione del suolo pubblico è un tema legato alle regole.

E se prima il municipio era solo un mero esecutore e aveva le armi spuntate ora è un soggetto decisionale. Astensione dal voto di An: «Siamo contro - ha dichiarato il capogruppo in consiglio Sergio Marchi - l’aumento del canone del 100 per cento, che rischia di far chiudere alcuni esercizi commerciali».

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