«Mannò che non mi pento. La campagna elettorale è la cosa più divertente, si parla con la gente».
Alberto Villa, lei ha solo 25 anni, non è un po giovane per fare già il coordinatore provinciale?
«Non credo alle quote. Ma credo di avere già una buona esperienza, faccio politica già da dieci anni».
Risultato?
«Consigliere a Pessano con Bornago. Allopposizione, ma record di preferenze: 270 su 5mila voti».
Prima Forza Italia e poi Pdl?
«Sì. Ed ero contentissimo quando Berlusconi annunciò il partito del 50% più uno. Io ci credo ancora, allItalia serve il bipolarismo».
Però critica il partito.
«Basta con il milanocentrismo, nei paesi serve una politica diversa. E basta con le decisioni calate dallalto, io sono un movimentista».
Fa parte dei Tea Party.
«Meno tasse e più libertà».
Lo dicono tutti.
«Non è vero. Siamo assuefatti e quando cè una nuova tassa, la gente va a pagare. Come zombie».
E che si può fare?
«Taglio delle tasse e delle spese. La rivoluzione liberale che purtroppo Silvio Berlusconi non ha portato a termine».
Lei cosa fa nella vita.
«Scienze politiche. Un po in ritardo perché con gli amici ho unimpresa di visibilità su internet. E sono vice presidente di Confcommercio a Gorgonzola».
Dicevano sarebbe confluito nella lista Podestà.
«Assolutamente no. Ho grande stima di Podestà, ho fatto campagna elettorale per lui, ma questa è unaltra partita. E io me la voglio giocare».
Il partito si spacca.
«Il congresso unitario sarebbe stata una farsa pazzesca. La gente ci avrebbe abbandonato. Un candidato unico per un partito che ambisce al 40 per cento?».
Cè un accordo tra correnti.
«Un accordo fittizio, il Pdl non può essere il partito del pensiero unico. Confronto di idee, non poltrone».
Tre punti del programma?
«No doppi incarichi, primarie, merito e non quote».
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