Teatro dell’Opera «Ifigenia» a rischio sciopero

Tutti hanno applaudito, e con calore, l’Ifigenia in Aulide di Gluck diretta da Riccardo Muti, che ha debuttato martedì all’Opera davanti al sindaco Gianni Alemanno e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Uno spettacolo che però potrebbe contare poche repliche visto che i sindacati hanno minacciato uno sciopero per le rappresentazioni in programma dal 24 al 29 marzo. L’annuncio dello sciopero è arrivato a conclusione di una giornata (quella di mercoledì scorso) a dir poco convulsa. Le cronache del debutto dell’Ifigenia davano molto risalto alle battute del sindaco sull’eventualità di offrire proprio a Riccardo Muti la direzione artistica dell’ente lirico capitolino, che sta attraversando in questo momento giornate di fuoco vista la «sfiducia» registrata dal sovrintendente Francesco Ernani sulla sua gestione. Il ministero dei Beni culturali poi diffondeva (sempre il 18) attraverso le agenzie un comunicato che annuncia l’avvio da parte della Direzione generale dello spettacolo dal vivo di un procedimento amministrativo nei confronti della Fondazione del Teatro dell’Opera «per consentire l’indispensabile contraddittorio con gli Organi stessi sulla valutazione di criticità della situazione di bilancio e sulle misure adottate» per salvare la stagione in corso. Traducendo dal burocratese si può così compendiare: il ministero dei Beni culturali vuole capire a chi dare ragione. Da un lato c’è il sindaco che chiede il commissariamento (che ovviamente dimostra la piena sfiducia nell’operato del sovrintendente). Dall’altro c’è lo stesso Ernani che spiega che col taglio del Fus il bilancio di previsione per il 2009 è già in pesante rosso (8 milioni di euro, proprio quelli tagliati dal Fus). L’assessore alla Cultura Umberto Croppi assicura, intanto, che il commissariamento, se ci sarà, sarà breve.

Giusto il tempo di formare il nuovo cda e di individuare il nuovo sovrintendente (si fa il nome di Maurizio Pietrantonio, ora alla guida del Lirico di Cagliari) e un nuovo direttore artistico (e tutti guardano al già citato Muti). La parola per ora torna ai sindacati che si sono detti disponibili a revocare lo sciopero solo se il cda ancora in carica dimostrerà l’incongruità del procedimento avviato dal ministero.

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