Roma

Il teatro di strada tra clown e cantastorie

Tra gli ospiti figura anche Beppe Barra che proporrà il 25 agosto un recital di canzoni e tammurriate

Laura Novelli

È un genere che comprende altri generi. È una tradizione che anima altre tradizioni. È un modo di fare (e vedere) spettacoli che evoca parole come spontaneità, immediatezza, scambio, partecipazione. L’arte di strada esiste da secoli e da secoli avvicina la gente alla musica, alla danza, al teatro. Abbattendo regole, principi, cliché. Trasformando i luoghi più comuni in festosi arredi di eventi che, prima di ogni altra cosa, vogliono rappresentare un momento di incontro tra gli artisti e la gente. Come capita, per esempio, ogni estate a Carpineto Romano, ben noto centro della nostra provincia che da oltre quindici anni ospita «Per antiche strade» («Buskers & Performers Festival»), una rassegna di musica e arte on the road che quest’anno (siamo alla XVI edizione) ostenta un cartellone ricco di appuntamenti catalogabili in un ampio ventaglio di stili, linguaggi e forme espressive.
Tra il 20 e il 26 agosto prossimi giungeranno infatti nell’antico paese laziale attori, pittori, danzatori, poeti, cantanti, scultori, cantastorie, scrittori provenienti da tutto il mondo e tutti rigorosamente dediti a quel tipo di intrattenimento noto con la definizione di performance. Ovverosia: creazione artistica che nasce in uno specifico luogo e solo in quello ha senso e possibilità di risultare comunicativa. Certo è che, se il luogo in questione coincide con un intero borgo puntellato di vicoli, piazze, palazzi, chiese, angoli che sanno di storia e di antichità, il risultato non può che essere entusiasmante.
Soprattutto in termini di adesione collettiva e di radicamento della popolazione sul territorio. Non è un caso che, tra gli ospiti della manifestazione, figuri un trascinatore di folle come Beppe Barra: attore e cantante partenopeo che si è fatto sempre carico di rielaborare con modernità il repertorio canoro e teatrale della sua terra mantenendone integri lo spirito e la sensuale energia. Il recital di Barra (un mix di canzoni, poesie e tammurriate) è previsto per il 25 agosto e sarà preceduto da un concerto del gruppo Terramaris, già apprezzato dal pubblico lo scorso anno.
La vetrina di Carpineto si apre però cinque giorni prima con uno spettacolo ispirato a «Il Marinaio» di Fernando Pessoa e firmato dalla compagnia Argillateatri, cui spetta anche il merito di aver organizzato l’intera rassegna.
Festival connotato senza dubbio dall’alto numero dei titoli in scaletta e dall’eclettica varietà dei generi. Vi figurano artisti di casa nostra votati ora alla musica e alla danza popolari, ora alla tradizione del cantastorie, ora al racconto per ragazzi, ora alla pantomima, ora ai toni smorzati del circo.
Numerose sono poi le presenze internazionali, che vanno dal giapponese Hal Yamanouchi (mimo, attore, coreografo e regista) agli spagnoli del gruppo René y San Basilio (scatenati acrobati sospesi tra romanticismo e ironia), da un coro di cantanti indiani che si esibisce in musiche popolari del Bengala e del Bangladesh a un circo argentino carico di atmosfere buffonesche.
Un ruolo particolare riveste, infine, l’arte visiva, chiamata in causa con installazioni, performance, mostre ed eventi estemporanei che «abitano» e/o manipolano gli spazi del centro urbano (Ignazio Merendino «legherà» con dei cavi parte della città vecchia; Federico Cozzucoli chiederà agli abitanti di stendere dei panni alle finestre) al fine di stringere un legame molto forte con il paese, la sua storia e - soprattutto - con i suoi abitanti: principali testimoni di operazioni fantastiche capaci di dare nuovo volto e nuova vita ai luoghi di sempre.


Info: 06/6381058 - 06/7811545.

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