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Al Teatro Valle le «Metaphore» dell’étoile Carolyn Carlson

Alessandra Miccinesi

Un progetto di suggestioni effimere, intimamente collegate a esperienze acustico-visive (musica e scrittura), che provocano negli occhi e nel cuore di chi guarda una profonda fascinazione, un indiscutibile rapimento di sensi, l’estasi. Detta più semplicemente, con le parole della coreografa e danzatrice Carolyn Carlson, questa performance è un armonico viaggio dello spirito verso l’illuminazione compiuto attraverso la materializzazione: dal corpo all’anima, insomma. In un reciproco scambio di energia vitale, l’amore.
Parliamo di Metaphore progetto-evento «improvvisato» di danza, musica, poesia, e arte calligrafica, portato in scena al Teatro Valle dalla compagnia francese Centre Chorégraphique National Roubaix Nord-Pas de Calais, per la rassegna «Tersicore». La coreografia, firmata dalla californiana Carolyn Carlson che danzerà con Larario Ekson, Jordi Puigdefabregas Serra, e Alessandra Vigna, traggono linfa da un’idea impalpabile e originalissima del musicista Kudsi Erguner, maestro incontrastato dei rey turco, che a Roma suonerà le sue composizioni dal vivo. Metaphore, rappresentato per la prima volta lo scorso giugno a Istanbul nella Chiesa di Santa Irene, debutta stasera sullo storico palcoscenico del Valle. E riapre il sipario sulla rassegna internazionale d’arte coreutica «Tersicore - Nuovi scenari per la danza», che dopo aver archiviato la lunga pausa estiva, trasloca dall’Auditorium Conciliazione con una suggestiva performance di contaminazioni. «Lasciando tracce effimere nello spazio e nel tempo, come la musica e la mano del calligrafo, ci si può avvicinare a quello che il più grande poeta mistico e cantore dell’amore, Rumi, chiama l’amore fonte - spiega la Carlson responsabile della messa in scena -. Quel sentimento che non può essere compreso dall’intelletto, ma soltanto provato dalla persona. Questa illuminazione della musica, della danza, dei gesti creati sulla carta e della loro proiezione, è il luogo dove cerchiamo uno spazio sacro dove ciò possa accadere».

Per realizzare questo progetto artistico di notevole suggestione emotiva, la coreografa ha unito la poesia del gesto danzato all’impatto spirituale delle poesie di Rumi, del pentagramma di Erguner, e della calligrafia dell’iraniano Hassan Massoudy. Si replica domani alle ore 16.45.

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