Con la tecnologia «verde» Fiat va al 58,5% di Chrysler

Missione compiuta: Fiat ha il 58,5% di Chrysler. Era tutto previsto, fin dall’accordo iniziale benedetto dal presidente Barack Obama, che la partecipazione del Lingotto nel gruppo americano salisse per gradi. Il terzo step, denominato «Ecological event», sarebbe scattato nel momento dell’omologazione di una vettura Chrysler basata su una piattaforma o un’altra tecnologia Fiat. E proprio per questo capace di percorrere almeno 40 miglia con un gallone di carburante. Ovviamente questo veicolo dovrà essere prodotto in serie e fungere da modello virtuoso per l’industria Usa dell’automobile. Ecco, allora, che all’Auto Show di Detroit, in programma la prossima settimana, sullo stand Chrysler debutterà la Dodge Dart, modello prodotto a Belvidere, nell’Illinois. Questa berlina, dal taglio sportivo e aggressivo, sarà offerta anche con un motore 1.4 attraverso il quale la tecnologia italiana Multiair viene applicata per la prima volta nel Paese. Per completare l’opera, ovvero portare la propria partecipazione al 100%, Fiat ha tempo ancora un anno. La rimanente quota del 41,5%, infatti, resta sempre in mano a Veba, l’associazione di volontariato dei dipendenti Veba che, ovviamente, ha tutto l’interesse a monetizzare il più possibile questa fetta di torta.
«L’acquisizione di un ulteriore 5% di Chrysler rappresenta un passo fondamentale verso il completamento dell’integrazione tra i nostri due gruppi - ha commentato da Auburn Hills Sergio Marchionne -; il raggiungimento dell’“Ecological event” è un traguardo al quale abbiamo lavorato con intensità negli ultimi due anni e mezzo.

Ci fa particolarmente piacere averlo raggiunto, in quanto ci permette di ripagare la fiducia riposta nelle capacità di Fiat di portare anche negli Stati Uniti auto e motori a bassi consumi». Piazza Affari ha dato forti segnali di apprezzamento dell’operazione: il titolo Fiat Spa ieri ha guadagnato il 3,6% attestandosi a 3,88 euro.

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