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"Lo compro...". L'ultima bufala di Elon Musk

Non è la prima volta che il patron di Tesla scherza tramite Twitter, cosa che in passato gli ha causato anche qualche guaio

"Lo compro...". L'ultima bufala di Elon Musk

Elon Musk ha fatto sobbalzare il mondo del calcio, annunciando su Twitter l’intenzione di acquistare il Manchester United, salvo poi comunicare poche ore dopo che si trattava di uno scherzo.

Il Manchester United è quotato in borsa a New York, circostanza che ha rimandato il pensiero degli amanti del calcio all’annuncio fatto da Musk lo scorso aprile, quando ha comunicato di volere scalare Twitter. Il club calcistico inglese, secondo Forbes, ha un valore di 4,6 miliardi di dollari (4,53 miliardi di euro) ed è il terzo al mondo alle spalle del Real Madrid e del Barcellona. Al momento il Manchester United non attraversa un momento finanziario felice e i risultati sul campo sono deludenti.

Elon Musk e Twitter

Elon Musk è un sostenitore convinto di Twitter, tant’è che – tra una vicenda legale intricata e un’offerta di 44 miliardi di dollari – ne vorrebbe diventare proprietario. La piattaforma di micro-blogging, secondo il patron di Tesla, ha un potenziale non ancora espresso anche se, per lui, è stata fonte di qualche guaio.

Nel 2018 ha annunciato, sempre su Twitter, che avrebbe reso Tesla un’impresa privata, uscendo quindi dalla borsa e valutando ogni azione 420 dollari. La smentita di Musk è arrivata dopo il forte aumento del prezzo delle azioni della casa automobilistica. Una comunicazione che è costata 20 milioni di dollari di multa e che ha obbligato Musk a dimettersi dalla carica di amministratore delegato dell’azienda. Inoltre, ha dovuto sottomettere all’approvazione di un legale, ogni tweet che avrebbe potuto causare conseguenze sui mercati.

Durante l’estate del 2018, 13 persone (12 ragazzi e un adulto) sono rimaste bloccate nella grotta di Tham Luang, in Thailandia. Una situazione che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso e al cui proposito si era speso anche Elon Musk che, giunto sul posto, voleva dotare i soccorritori di mini-sub radiocomandati da impiegare per il salvataggio.

Un soccorritore inglese, Vern Unsworth, ha sostenuto che Musk fosse soltanto in cerca di pubblicità e la vena polemica di Musk non si è fatta attendere, dando del pedofilo al soccorritore (ovviamente via Twitter), associando così l’idea che un adulto possa andare in Thailandia soltanto per fare del turismo sessuale.

La questione si è risolta a dicembre del 2019 con l’assoluzione di Musk, citato in giudizio da Unsworth con l’accusa di diffamazione per la quale chiedeva un risarcimento di 190 milioni di dollari (187 milioni di euro).

Musk, per difendersi, ha sostenuto che l’appellativo “pedo guy” (pedofilo) usato per etichettare Unsworth, è un modo di dire diffuso in Sudafrica, dove il patron di Tesla è nato e vissuto per diversi anni.

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