Scienze e Tecnologia

Facebook chiude la pagina del fan club italiano di Trump

Il social network ha chiuso la pagina dedicata ai seguaci e sostenitori italiani del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Negli Usa, intanto, la censura colpisce "I Love America"

Facebook chiude la pagina del fan club italiano di Trump

Facebook ha chiuso il Donald Trump Italian Fan Club, la pagina italiana dedicata ai seguaci e simpatizzanti del Presidente degli Stati Uniti che conta più di 50 mila "mi piace". Il social network ha giustificato la chiusura del fan club di Trump osservando che l'attività della pagina "non rispetta le condizioni delle Pagine Facebook in merito alla personificazione e agli account che fingono di essere altre persone o aziende". I gestori della pagina, tuttavia, hanno presentato ricorso e passanoal contrattacco con una nota diffusa in queste ore: "Viene il sospetto che si tratti di una censura ideologica, la stessa che ha colpito una serie di pagine in questi ultimi giorni. È altrimenti facile pensare che questa cosa non sarebbe mai accaduta se la pagina fosse stata dedicata ai fan italiani di Barack Obama".

Se la decisione di oscurare il Donald Trump Italian Fan Club venisse confermata, proseguono gli amministratori della pagina Facebook oggetto della incredibile censura, "si tratterebbe di una decisione gravissima che mina la libertà di opinione e di pensiero. Facebook è certamente un’azienda privata e ha le sue regole: tuttavia, fornisce un servizio che non può essere precluso a chi la pensa in maniera diversa dal politicamente corretto imperante che Facebook ha deciso di sposare".

La notizia della chiusura del fun club italiano dedicato al tycoon arriva proprio quando, negli Usa, come riporta il Washington Post, viene rimossa la pagina pro-Trump I Love America da 1,1 milioni di like. Secondo il Wp, I Love America ​​riciclava regolarmente gli stessi meme usati dall'Internet Research Agency, la società russa con sede a S.Pietroburgo accusata di aver inteferito nelle elezioni americane del 2016. Secondo il Wp, I Love America sarebbe soltanto la punta dell'iceberg di una rete di pagine che fanno propaganda a favore dell'inquilino della Casa Bianca. "Queste pagine vengono ora utilizzate per incanalare il grande pubblico verso la propaganda pro-Trump" sottolinea Popular Information. Eppure, alla luce di queste ultime "epurazioni", qualche domanda sulla libertà di espressione sui social è doverosa. Un paio di settimane fa, Facebook e Instagram hanno staccato la spina a CasaPound e a Forza Nuova. Black out. È bastato un click e decine di pagine e profili sono stati oscurati dai due social network più diffusi al mondo. Dai social di Zuckerberg sono scomparse tutte le pagine "istituzionali" del movimento guidato da Iannone, a cominciare dalla pagina principale, "CasaPound Italia", che era stata "certificata" dalla piattaforma di Mark Zuckerberg con tanto di spunta blu e oltre 280mila follower, nonché i profili privati dei militanti del movimento.

"La censura ideologica - ha osservato Marcello Veneziani - ha fatto un altro passo avanti verso l’abisso. Non bastavano la manipolazione e la falsificazione mediatica in grande stile di tg e giornali, l’omertà e il silenzio su fatti del passato e del presente, le leggi liberticide approvate o in via d’approvazione nel parlamento, l’identificazione tra opinioni e reati, la via giudiziaria al conformismo. Ora, ci si mette anche Facebook e il meraviglioso mondo dei social". Il paradosso è che la Polizia culturale di Facebook si è spinta oltre, colpendo la pagina fan dedicata al Presidente degli Stati Uniti eletto democraticamente: colui che dovrebbe rappresentare "il mondo libero".

Il tutto avviene a pochi giorni dall'incontro fra lo stesso Donald Trump e Mark Zuckerberg, Ceo e fondatore di Facebook. “Buon incontro con Mark Zuckerberg nello studio ovale”, ha detto Trump dopo il vertice, postando una foto dei due che si stringono la mano ma non approfondendo ulteriormente il contenuto delle loro discussioni. Al Congresso degli Stati Uniti Zuckerberg ha invece respinto l’idea di vendere Instagram e Whatsapp, come ha comunicato Josh Hawley, il senatore repubblicano che glielo aveva chiesto. Sta di fatto che per conservatori e non allineati, i tempi sui social - e non solo - sembrano farsi durissimi. Censura liberticida avvallata dagli stessi che un giorno sì e l'altro pure - solo quando governa la destra - passano il tempo a blaterare di un ritorno del fascismo..

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