Ted Kennedy nell’acqua con le scarpe di vernice

Il senatore Usa arrivò pochi giorni dopo il disastro. Montanelli riassunse il clima riportando un cartello trovato in una bottega: «Chiuso per nervoso»

da Firenze

C’era pochi giorni dopo l’alluvione del ’66, e tornerà a Firenze il prossimo 4 novembre, il senatore americano Ted Kennedy. Aveva 34 anni ed era al suo primo mandato al Congresso. La sua visita nella città oltraggiata dal fango dell’Arno è tuttora ben viva nei ricordi dei fiorentini, per via di certe foto che lo ritrassero con il trench legato in vita e i mocassini di vernice infangati.
Lo aveva ricevuto Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione, il quale fu contento che il limo d’Arno fosse rimasto attaccato agli indumenti e alle scarpe del prestigioso ospite: così - pensava il sindaco - Kennedy avrebbe capito meglio la portata della disgrazia che aveva colpito Firenze. E gli aiuti sarebbero giunti più copiosi. Così facendo, il sindaco di fatto costrinse Kennedy a dare una mano. Piero Bargellini, il primo cittadino che solo la sera prima dell’alluvione aveva preannunciato le proprie dimissioni, si ritrovò a dover gestire un’emergenza immensa e lo fece sfruttando ogni occasione. Ad esempio piazza Signoria e Palazzo Vecchio (sede del Comune), furono le prime aree ad essere ripulite dal fango.
Dal momento che Firenze continuava ad essere meta di troupe televisive, di gornalisti e di uomini pronti a contribuire per la sua rinascita, Bargellini intuì che se li riceveva in Palazzo Vecchio, questi non avrebero capito la vera emergenza della città. Allora decise di traslare il suo ufficio nella propria abitazione, in via delle Pinzochere, nel cuore del quartiere di Santa Croce, il più colpito.

Fu da lì che lanciò appelli al mondo intero, che cercò di porre rimedio alla straodinaria emergenza di una città in ginocchio; e fu sempre lì, ad esempio, che ricevette in visita Indro Montanelli, il quale riassunse l’atmosfera che si viveva in quei giorni a Firenze, citando un cartello appeso al bandone di una bottega fiorentina: «Chiuso per nervoso». E fu ancora lì che incontrò Aldo Moro, il presidente del Consiglio. Nonostante la melma, quest’ultimo non si infangò le scarpe di vernice, ma solo perché dei militari lo sollevarono di peso...

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