Teheran, "Sakineh è ancora viva" Ma la sentenza è soltanto rinviata

La donna condannata a morte per adulterio e concorso nell'uccisione del marito non è stata giustiziata. L'Iran: nessun verdetto definitivo

Teheran, "Sakineh è ancora viva" 
Ma la sentenza è soltanto rinviata

Teheran - "La signora Ashtiani non è stata giustiziata oggi, ma per lei la situazione rimane pericolosa", ha spiegato Mina Ahadi, portavoce del Comitato internazionale contro le esecuzioni, sottolineando che "le pressioni dei governi europei sul regime di Teheran" hanno contribuito alla decisione del governo iraniano. Una buona notizia che fa tirare un sospiro di sollievo a tutta la comunità internazionale, anche se ancora non si può escludere del tutto che l'esecuzione possa comunque venire compiuta.

Per Teheran nessun verdetto Parigi afferma tuttavia di aver appreso da Teheran che nessuna decisione è stata ancora presa sul caso di Sakineh. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha fatto sapere di aver parlato con il suo omologo iraniano Manouchehr Mottaki, il quale ha assicurato che non è stato ancora emesso alcun verdetto definitivo su Sakineh e che le notizie di "una sua eventuale esecuzione non corrispondono al vero". 

Le reazioni internazionali La Ahadi ne è meno convinta e ha osservato che la reazione di "Francia, Gran Bretagna, Italia, Ue e Stati Uniti", da cui sono venuti appelli a risparmiare la vita di Sakineh, è stata molto positiva", ma ha anche ricordato che "l’esecuzione è stata rinviata e non annullata". Secondo fonti iraniane, infatti, il nome della donna si troverebbe su una lista stilata dalla Corte suprema iraniana. La comunicazione sarebbe già arrivata al carcere di Tabriz, nel nord dell’Iran, dove è rinchiusa Sakineh. Da Teheran, il portavoce del ministero degli Esteri Ramin Mehmanparast ha accusato l’Occidente di strumentalizzare il caso per tenere l’Iran "sotto pressione".

Mottaki smentisce La "decisione finale" sul caso di

Sakineh Mohammadi-Ashtiani "non è stata ancora presa". Lo ha assicurato il ministro degli Esteri di Teheran, Manucher Mottaki, durante una visita a Tblisi, in Georgia. L’esame di questa vicenda, ha aggiunto, "proseguirà secondo la legge".

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