Il "telamone" scatena guerre social tra archeologi

Dall'archeologia allo scazzo social il passo è breve

Il "telamone" scatena guerre social tra archeologi
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Dall'archeologia allo scazzo social il passo è breve. E dire che una volta i dibattiti tra studiosi venivano portati avanti a colpi di trimestrali specialistici. Ma ora, anche se si parla di monumenti, la battaglia è violenta e si scatena in rete. L'oggetto del contendere è stato il controverso telamone, il colosso di 8 metri risalente al 480 a.C. circa che reggeva il tempio di Zeus di Akragas (l'antica Agrigento), ricostruito e da qualche giorno svettante sulla Valle dei templi. Il Museo archeologico nazionale di Venezia, dalla sua pagina Facebook, tra ironia ed emoticon, ha deciso di seppellire di ironia la poderosa scultura riassemblata (e onestamente molto deteriorata) e soprattutto l'operazione culturale messa in campo dalla Regione siciliana e dal Parco archeologico agrigentino. L'istituzione culturale veneta metteva (visto che ha rimosso il post - ma ormai era stato screenshottato come dicono i giovani o i filologi antichi) a confronto il telamone siciliano con una statua romana di Marco Agrippa, ammiraglio dell'imperatore Augusto, guarda caso custodita proprio a Venezia. Ecco il post (o dovremmo dire cartiglio?) con la stroncatura: «Da un lato abbiamo una scultura colossale, eretta in un contesto artistico di valore mondiale, che svetta imponente ed emoziona il pubblico per forza evocativa e massa monumentale. Dall'altra abbiamo un telamone. Messer Agrippa vi aspetta al Museo archeologico nazionale di Venezia. Cosa aspettate?».

Semplice strategia di marketing? No, l'inizio della guerra delle cariatidi. Numerose le prese di posizione social, tutte mutuate al modello dell'ira di Zeus... Tra le tante, quella dell'architetto e designer Francesco Ferla che ha scritto anche al direttore del Museo archeologico nazionale di Venezia: «Abbiamo letto il pessimo post della vostra pagina, e siamo rimasti stupefatti. Il post ridicolizzava il telamone del Tempio di Zeus di Akragas e lo metteva in una gara improbabile con una vostra opera.

Nessuno di noi ha mai pensato di paragonare uno dei nostri preziosissimi kouroi greci con la vostra statua romana. Il telamone irriso faceva parte del più grande tempio della grecità: forse occorrerebbe un po' di rispetto».

Che dire, forse sarebbe molto meglio che ogni museo si facesse i telamoni suoi.

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