Telco, la holding che control- la Telecom Italia, come previsto ha svalutato a 1,8 euro ad azione (da 2,2 euro) la sua partecipazione nella società. E per conseguenza, nella prossima assemblea, Telco potrebbe anche procedere a un abbattimento del capitale, ora pari a circa 3,2 miliardi, utilizzando anche le riserve ma evitando laumento di capitale che peserebbe ulteriormente sul bilancio dei soci. Quanto alloperazione si è trattato di una rettifica del valore di carico delle azioni, per 1,2 miliardi, che ora pesa sulla holding che controlla il 22,4% di Telecom. Il risultato è una perdita pari a 1 miliardo e 150 milioni. In realtà il valore di 1,8 euro, pur riflettendo la valutazione effettuata da Lazard, è ancora molto lontano dai valori di Borsa. Telecom, da anni appensatita dal debito vale infatti circa la metà, ossia 0,9 euro. Ora il valore della quota di Telco è intorno ai 5,4 miliardi di euro mentre la valutazione reale è di circa la metà. Ma, secondo gli analisti di Intermonte, «se Telco venisse svalutata ai valori di Borsa di Telecom, la somma netta delle attività della holding passerebbe a zero».
Ora, dopo la decisione di Telco, toccherà ai singoli azionisti della holding (Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e la spagnola Telefonica) prendere atto della svalutazione e procedere di conseguenza. I più perplessi sono gli spagnoli di Telefonica, soci con il 46%: allepoca pagarono più degli altri (2,6 euro ad azione contro 2,2) perché speranzosi di portarsi a casa Tim Brasil. Ora rischiano una minusvalenza miliardaria.
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