Telecom, Bernabè lancia Cubovision per la tv multimediale

Si chiama Cubovision la nuova idea di Telecom Italia per la tv e per favorire la «voglia» di banda larga ai 10 milioni di italiani che ancora ne sono sprovvisti. Questa è insomma l’idea di Franco Bernabè, ad della società telefonica, che anche ieri sulla diatriba che dura ormai da mesi con l’Authority su chi deve costruire la rete di nuova generazione ha ribadito: «Prima di parlare della realizzazione della rete a banda superlarga dobbiamo creare la domanda per nuovi servizi interattivi».
E Cubo, dal design non particolarmente innovativo (sembra la famosa radio Brionvega anni ’70), è fatto per questo. Un dispositivo che consente di vedere sulla tv i canali televisivi del digitale terrestre, le principali web tv, richiedere film a pagamento (pay perview) ma anche gestire i propri contenuti multimediali come video e musica. Cubovision viene collegato all’antenna televisiva e a una linea Adsl. «In Italia - ha spiegato Bernabè per chiarire le prospettive del nuovo prodotto - ci sono otto milioni di linee non utilizzate». L’ad di Telecom ha anche sottolineato che «in prospettiva» se il lancio di Cubo andrà bene «andremo a sostituire tutti i decoder», con un «mercato specifico da sei milioni di clienti broadband». Certo Cubovision probabilmente sarà modificato anche perchè per il momento non ci sono slot per le smart card dei programmi a pagamento delle tv, come ad esempio Mediaset. «In futuro - ha detto ancora Bernabè - potrebbero però esserci e supportare così lo sviluppo dei nuovi servizi delle emittenti televisive». Secondo Bernabè insomma il Cubo per il settore televisivo non è un concorrente ma una opportunità.
«Pensare che la tv resti quella che era nel passato è una illusione - ha concluso Bernabè - io penso che nei prossimi anni l’evoluzione della tv e delle applicazioni video sarà molto intensa.

Probabilmente Mediaset è interessata al nostro prodotto perchè sta preparando uno sbarco sul web». Per Cubo sarà anche realizzato un App Store, ossia un negozio per le applicazioni sviluppate da terzi, su modello di quello di gran successo di Apple per iPhone. Costa 199 euro.

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