Telecom Italia riprova a uscire dal tunnel con Brasile e nuovi soci

Continua in Borsa il rally di Telecom Italia. Anche ieri, pur in una giornata negativa per Piazza Affari, il titolo della società telefonica ha fatto segnare un rialzo del 3,1% che gli ha fatto riguadagnare la fatidica soglia di 1 euro. Telecom ha chiuso così a 1,03 euro ad azione dopo aver toccato in giornata anche 1,06 euro, che significava un rialzo del 6,8%. Ma certo il ribasso da inizio anno è ancora fortissimo, pari al 51%.
A innescare la risalita di ieri ha indubbiamente contribuito la diffusione dei dati di Tim Participacoes detta anche Tim Brasil, ossia la controllata brasiliana, tornata all’utile nel terzo trimestre, grazie alla crescita del numero dei clienti e a un lieve calo dei costi. L’utile netto è stato così pari a 22,5 milioni di reais (10,7 milioni di dollari) nel trimestre, da una perdita di 34 milioni di reais del secondo trimestre e 126,9 milioni nello stesso periodo dello scorso anno con fatturato in salita del 6,1% grazie a un aumento del 20,7% del numero degli abbonati. Nel terzo trimestre la società ha guadagnato 1,4 milioni di clienti, portando il totale a 35,2 milioni con una quota di mercato del 25%. Tim Brasil è quindi in terza posizione dopo Vivo (partecipata da Telefonica) e Claro controllata dalla messicana America Movil.
Al buon andamento dei conti ha contribuito anche la riduzione dei costi operativi del 2,4% grazie anche a un calo degli accantonamenti legati alla morosità dei clienti. Alla fine il commento degli operatori è stato positivo. «I conti della partecipata brasiliana sono migliori dell’11% sull’Ebitda di quanto avevamo previsto - ha detto un analista - e ci attendiamo domani per il gruppo dei risultati migliori rispetto al secondo trimestre».
All’orizzonte ci sono anche altre prospettive che possono giustificare questo ennesimo rialzo. Per prima cosa l’entrata nel capitale dei fondi di investimento libici. A questo proposito però si attende che le quotazioni risalgano almeno oltre la soglia di 1,4 euro ad azione. L’investimento dei libici infatti non dovrebbe essere fatto in Telco, ossia la holding che controlla Telecom ma direttamente nel capitale della società. Secondo indiscrezioni, il consiglio di amministrazione potrebbe varare un aumento di capitale riservato al fondo libico che dovrebbe pagare un sovrapprezzo. Ai libici, infatti, le azioni Telecom costerebbero circa 1,8 euro l’una e l’investimento totale dovrebbe essere vicino ai 4-5 miliardi di euro. A sostenere il titolo sono anche motivi tecnici di riacquisto legati a opzioni sopra la soglia di un euro con Crédit Suisse che ha già comunicato di avere una quota superiore del 2,4%.
Per finire, in attesa della revisione del piano industriale promesso dall’amministratore delegato Franco Bernabè per i primi di dicembre, non mancano le prospettive di un facile incremento del fatturato legato all’aumento sia del canone sia dell’unbundling, ossia della cifra pagata dagli operatori concorrenti per avere a disposizione la rete Telecom.

Su questo punto, che per l’ex-monopolista vale circa 300 milioni di euro all’anno, però è chiamata a decidere l’Agcom che oggi esaminerà anche le proposte fatte dall’operatore per la separazione della rete. E oggi tocca a Telecom Italia Media diffondere i suoi dati trimestrali.

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