da Milano
A chi piace la nuova struttura organizzativa dedicata alla rete e varata laltro ieri da Telecom Italia? Molto al presidente dellAuthority italiana per le tlc, Corrado Calabrò; non tanto a Bruxelles, secondo cui la proposta di Telecom non è ancora la separazione funzionale auspicata; e poco o niente alla Borsa: dopo due settimane difficili, infatti, anche ieri il titolo Telecom ha perso l1,30%, galleggiando intorno a 1,9 euro. «Qualcuno si aspettava di più - ha spiegato Giulio Baresani Varini, direttore investimenti di Banca Mb -, invece il nuovo management ha sposato la politica dei piccoli passi guardando più a unottica industriale che a quella finanziaria. Mi sembra una scelta corretta, anche se il titolo risulta penalizzato».
Secondo Baresani, anche se lappuntamento con la comunità finanziaria - previsto a ridosso del cda del 6 marzo - svelerà certamente le strategie del management e soprattutto la politica dei dividendi «che verranno certamente abbassati», per una più ponderata situazione sui numeri bisognerà attendere il prossimo settembre quando verranno dati i risultati annuali. «I nuovi manager Bernabè e Galateri - ha spiegato - porteranno alcune modifiche ai criteri con cui viene compilato il bilancio della società». Anche se i punti salienti restano sempre gli investimenti, il debito e la politica sui dividendi.
Se sul fronte finanziario il giudizio resta sospeso (per Banca Mb il target price è basso, a 2,20 euro), su quello della riorganizzazione della rete lamministratore delegato di Telecom Franco Bernabè è stato promosso dal presidente dellAutorità Calabrò. «Open Access, la struttura con cui Telecom intende riorganizzare la propria rete di accesso, può porre il nostro Paese allavanguardia nel mondo - ha detto Calabrò -, è ancora più aperta di Open Reach (che è la società britannica che gestisce la rete di British Telecom ndr)». Il presidente dellAgcom ha comunque sollecitato Telecom. «Deve fare un salto di qualità - ha detto - per passare alle reti di nuova generazione. Si tratta di costi ingentissimi: gli esperti parlano di circa 5 miliardi di euro di investimenti. Inoltre Open Access dovrà avere un board indipendente».
Diversa invece lopinione dei regolatori di Bruxelles. «Per noi quella di Telecom non è una separazione funzionale ma solo un primo passo che sottolinea un certo trend verso questultima un processo in atto in tutta Europa».
Sandard & Poors ha lasciato invariati i suoi tre rating: BBB+, Negative, A-2.
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