da Milano
Ancora debole Telecom Italia, scesa ieri ai minimi in Borsa da 8 anni. Una discesa dai 9,2 euro del 14 marzo 2000 agli 1,73 della chiusura di ieri sera. Certo sul prezzo del marzo 2000 pesavano tanti fattori tra cui la tristemente nota bolla di Internet. Anche se non cè dubbio che dai passaggi di proprietà che hanno interessato la società in questi anni Telecom sia uscita impoverita e molto indebitata. Insomma la situazione ereditata da Franco Bernabè nel novembre scorso è pesante e i primi mesi dellamministratore delegato da un punto di vista borsistico sono stati tuttaltro che entusiasmanti.
Il titolo dallinizio dellanno ha perso il 18% e la turbolenza, in attesa dellincontro con la comunità finanziaria del 7 marzo prossimo, non è ancora finita. La Borsa tiene sotto scacco Telecom e i rumors del mercato insistono a martellare su due operazioni finanziarie: la conversione delle azioni risparmio e il taglio del dividendo. Misure in grado di ridurre il debito in tempi medio lunghi e dunque poco appetibili per il mercato finanziario che sperava in una mossa rapida come la cessione della rete fissa. «Contavamo che mettessero in ordine le finanze vendendo una quota della rete» ha spiegato un operatore. Ma Bernabè è deciso a portare la società in unottica industriale e non finanziaria.
E dunque per mettere insieme 3-4 miliardi di euro le strade scelte sono più onerose per il mercato. Gli analisti infatti si attendono un consistente taglio al dividendo (da 14 a 9 centesimi) e la conversione delle azioni di risparmio da effettuare a pagamento. Un analista, che cita uno sconto del 10%, dice che Telecom Italia potrebbe raccogliere 1,5 miliardi circa dalla conversione. Accanto a queste misure ci sarebbe poi anche la cessione di Alice France, che potrebbe fruttare circa 600 milioni di euro e quello di Telecom Italia Media che ne frutterebbe altri 350.
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