Telecom-Sparkle, la procura recupera 490 milioni

Per evitare il commissario Telecom Italia Sparkle e Fastweb stanno trattando per pagare allo Stato circa mezzo miliardo di euro. È questo il ricco bottino, 542 milioni, che la procura di Roma dovrebbe portare a casa, ossia nelle casse dello Stato, nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di riciclaggio internazionale. Le due società in questo modo eviteranno il commissariamento, che era stato chiesto dai giudici.
A Sparkle sono già stati sequestrati 298 milioni che saranno poi versati all’Agenzia delle entrate. A questa cifra si aggiungerà una fideiussione di 123 milioni, per le sanzioni da Iva non pagata. E il quadro, per quanto concerne la controllata di Telecom, si chiude con 72 milioni che saranno dati agli uffici giudiziari, sempre tramite una fideiussione. Questa somma serve a garanzia di quanto dovrebbe essere confiscato. Ossia l’utile illecito che è stato realizzato e che comunque Telecom ha già messo a disposizione.
Fastweb, invece, verserà grazie ancora a delle fideiussioni, 38 milioni per l’Iva evasa e altri 11 saranno messi a disposizione delle casse dell’erario. Lo Stato non vorrebbe attendere la fine del processo mentre Fastweb specifica che la fideiussione potrà essere escussa solo in caso di esito negativo (per Fastweb) del giudizio. In merito all’altro filone dell’inchiesta, ossia i legami e le connessioni con la criminalità, che vede Gennaro Mokbel tra i principali indagati, le indagini vanno avanti. Le verifiche e gli accertamenti, dopo i sequestri proseguono in molti Paesi: dalla Francia all’Inghilterra, Lussemburgo, Svizzera, Dubai, Hong Kong, Seychelles, Singapore, Panama e Cipro. La procura di Roma punta a completare entro l’estate la maxi inchiesta sull’associazione a delinquere. Da qui l’esigenza di chiudere in fretta l’istruttoria. Per questo, a breve, sono in calendario gli interrogatori in carcere dell’ex numero uno di Fastweb, Silvio Scaglia, e dell’ex senatore Nicola Di Girolamo. Nel frattempo però il gruppo guidato da Franco Bernabè dovrà far tornare i conti in vista del bilancio. Telecom sta dunque pensando a un maxi-accantonamento sul bilancio 2009, che sarà approvato lunedì dai consiglieri mentre l’aggiornamento del piano industriale al 2012 sarà presentato martedì. Si tratterebbe di una cifra tra i 300 e i 500 milioni di euro per fare fronte a sanzioni per complessivi 493 milioni.
Intanto la Findim della famiglia Fossati che possiede una quota pari al 4,99% di Telecom ha deciso di non svalutare ulteriormente la quota in portafoglio. «Il valore di 1,705 euro per azione è stato ritenuto adeguato dal cda (di Findim) in considerazione di piani di sviluppo futuri», viene spiegato in un documento.

La vendita di titoli Telecom (la quota era poco sopra il 5%) ha comportato una minusvalenza di 590mila euro. L’utile di Findim nel 2009 è stato di 78,5 milioni contro i 996mila nel 2008. Le cose per Findim sono andate meglio con la partecipazione in Apple che è stata ceduta con una plusvalenza di 28 milioni.

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