Telecronista cinese esulta per l’Italia: processato in diretta

Huang Jiangxiang è il commentatore di Cctv, la televisione di Stato. Innervositi per la perdita di contegno i dirigenti potrebbero sospenderlo

Roberto Bonizzi

Colpo di glottide insistito, urlo infinito. I commentatori incontenibili non stanno solo in Sud America. Da lunedì non più. Huang Jiangxiang fino al 94’ di Italia-Australia era conosciuto in tutta la Cina come il telecronista delle partite di calcio della tv di Stato, Cctv. Preciso, puntuale, compunto, mai sopra le righe. Come richiede il ruolo e il codice di comportamento della rete, controllata dal governo di Pechino. Quando Grosso è entrato nell’area dei canguri ed è stato steso, Jiangxiang ha perso completamente la ragione. «Rigore! Rigore! Rigore!», come un Fabio Caressa di casa nostra. «Grosso l’ha procurato, Grosso l’ha procurato». Poi una serie di complimenti per il laterale azzurro: «Il grande terzino sinistro italiano, l’erede delle gloriose tradizioni dell’Italia: Facchetti, Cabrini, Maldini. Il loro spirito è infuso in lui, in questo momento non si sta battendo da solo».
I telespettatori cinesi hanno iniziato a darsi di gomito. Sorrisi e sguardi increduli. Mentre i funzionari della tv di Stato cominciavano a innervosirsi. Il meglio doveva ancora arrivare. Dopo il gol di Totti festeggiato alla brasiliana («Goooooool») il cronista si è lanciato in una filippica contro Hiddink e gli australiani. «Gli azzurri non sono caduti di nuovo davanti a Hiddink che ha perso tutto il suo coraggio di fronte alla storia e alle tradizioni italiane, ha finalmente raccolto i frutti di quello che aveva seminato! Ora gli australiani dovranno tornare a casa. Non dovranno fare tanta strada, visto che molti di loro vivono in Europa... Addio». L’editto contro i Socceroos si è chiuso così.
Ai piani alti della Cctv i caporioni hanno messo Jiangxiang sulla lista nera. L’hanno richiamato all’ordine, processandolo per la telecronaca. Non si sa se potrà ancora commentare i mondiali. Lui non se l’è presa. Sollevato per essersi tolto un orango dalle spalle: «Gli australiani non mi piacciono proprio». Un odio che ha radici ventennali.

«Vi ricordate come fu impedito alla Cina di partecipare al mondiale di Spagna ’82? Era una squadra proprio come l’Australia: tutti vivevano e giocavano in Inghilterra con passaporti della Nuova Zelanda. Sì, brucia ancora...». Magari lo licenzieranno, ma con un buon corso di portoghese un lavoro a Rete Globo non glielo leva nessuno.

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