telegrammi

2RAPALLO
Così si consuma

l’ipocrisia della politica
Gent. dott. Lussana, in questi giorni si consuma la più grande ipocrisia politica che Rapallo ha subito in questi ultimi anni: l’ing. Fracchia entra nella giunta di S. Margherita Ligure; la gente ingenua si chiede: «ma non è lo stesso che si è dimesso cinque mesi fa dalla giunta di Rapallo?». Si signori è lo stesso che si era dimesso per «ragioni personali» e ora viene fuori che queste ragioni personali non erano altro che la ricerca di «equilibri politici»: noi, gente beota, che ci preoccupiamo che qualcuno ci venga a pulire le strade; per questi è l’ultima cosa alla quale pensano. Avete capito signori: quello che conta non sono le più o meno capacità di ognuno, ma gli equilibri politici, per cui anche un asino un giorno potrebbe fare addirittura il presidente del consiglio, basta che stia in equilibrio. Ma a me non fa specie la maggioranza: ha sempre governato così, mi meravigliano le cosiddette forze indipendenti, il cosiddetto Gabbiano che gira come uno sbandato nel cielo di Rapallo alla disperata ricerca anche lui del suo equilibrio politico; la Lega (del Tigullio) così ligia in sede nazionale, alle sue limpidezze politiche: tutti si prestano a questo spettacolo a dir poco indecoroso: ma per i cittadini comuni che rispetto avete?
Guido Marchionni
2IMMIGRATI
Napolitano non invochi

tolleranza indiscriminata
Caro Direttore, Napolitano sa bene di non interpretare il pensiero della maggioranza degli italiani, quando invoca solidarietà e accoglienza per milioni di africani che bussano alle nostre porte, perché qui non si tratta più di immigrazione nel rispetto della legge ma di assalto al nostro territorio nella più totale illegalità. Di fronte all’imponenza di una simile invasione, mettere in casa gente protagonista di lotte tribali, di guerre civili, di stragi e di massacri, diventa un rischio che fa a pugni con la domanda di sicurezza che sale dal basso. Di immigrati in Italia ce ne sono anche troppi, oltre dieci milioni tra regolari e clandestini, almeno la metà senza lavoro né casa, condannati ad una esistenza miserabile e che li induce a comportamenti tribali, stupri, rapine e violenze.
Giovanni Bertei La Spezia
2BUONA SANITÀ
È bene segnalare

quello che funziona
Ho avuto un trattamento chirurgico - per problemi dermatologici - presso l’ospedale San Antonio Abate di Pontremoli. Esprimo stima per la cortesia e disponibilità e soprattutto competenza dei medici e dei collaboratori per le cure prestatemi. La buona sanità va segnalata.
Grazie.
Pontremoli (MS)
2CARMAGNANI E SUPERBA
Facile verificare

che ciò che dico è vero
Il signor Faluani critica aspramente le idee da me espresse nella lettera da voi pubblicata circa la Carmagnani e la Superba; con questa sintetica risposta faccio alcune precisazioni: a) le tempistiche delle installazioni industriali e delle edificazioni residenziali sono quelle da me riferite, facilmente verificabili b) eventi drammatici si verificano in ogni dove, ma non per questo si può ipotizzare di eliminare le strutture in cui essi si verificano; c) non ho mai epitetato nessuno - men che meno un essere umano - «sporco», né dal mio scritto si può sottintendere ciò; d) quando si contestano le idee di qualcuno, bisognerebbe saperlo fare con il dovuto rispetto, che è alla base della convivenza civile.
Luigi Parodi Genova
2LETTERA A FRANCESCHINI
La crisi è legata anche

a certi comportamenti
Egregio signor Franceschini, ho ricevuto la sua lettera di propaganda elettorale e vorrei chiarire alcuni punti. La crisi oggi è tanto profonda che quasi nessuno la vede! Cercano di affogarla, seduti ai tavolini dei bar, nei bicchieri di aperitivo e le povere donne, stressate dal lavoro, si vanno a riposare sulle poltroncine dei parrucchieri, degli estetisti, ecc... C’è poi, per chi non ha lavoro e lo cerca, quel famoso detto: «Voglia di lavorare saltami addosso, lavora tu che io non posso», perché la maggior parte di chi si lamenta che non ha lavoro, non lo vuole trovare; vorrebbe, sì, avere le tasche piene di soldi, ma senza lavorare. Per chi ne ha voglia, il lavoro c’è! Tutte le donne hanno faticato nella vita, così come gli uomini, perché senza fatica non si arriva da nessuna parte; la vita bisogna guadagnarsela e chi è capace a farlo accontentandosi di ciò che la vita stessa propone, sarà sempre felice. E se guadagna 100 e spende 90, invece di 110, sarà, poi, più felice e farà felici i suoi figli e così di seguito, i figli dei figli! Non è con le parole, i discorsi e tanta demagogia che si crea il benessere di ciascuno, ma con un po’ di sacrificio, buona volontà, pazienza, buon senso (che oggi, purtroppo, manca alla maggior parte delle persone).
Non è scagliandosi contro chi la pensa diversamente da noi, con livore e spinti dall’invidia, che si migliora la vita di tutti, ma riconoscendo, con umiltà, ciò che può essere vantaggioso e approvandolo, anche se proviene dalla nostra controparte politica. Le diseguaglianze, su questa terra, ci saranno sempre, gli intelligenti ed i non, i belli e i brutti, gli economi e gli spendaccioni. Solo nell’aldilà saremo tutti uguali, ma anche lì, non è detto, perché i buoni ed i cattivi, lì avranno una diversa sorte! Che Dio illumini la mente di chi l’ha offuscata, il buon senso di chi l’ha assopito ed il cuore di chi l’ha indurito! La saluto cordialmente, comunicandoLe, come penso avrà già capito, che non ho votato per il Suo partito.
Maria Caterina
2VESCOVO TRA LA GENTE
Il cardinal Bagnasco

un esempio per tutti
«È la prima volta che un vescovo mi stringe la mano e mi dice grazie». L’ho guardata, era una dama dell’Oftal che, commossa, esternava ad una collega quanto l’aveva fatta felice poco prima.
Era terminata la Processione del Corpus Domini e al termine del suo intervento, che è stato uno stupendo messaggio a tutta la città e a tutto il mondo, S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco è voluto scendere dalla gradinata della cattedrale di Genova per salutare uno ad uno oltre che ringraziare, i malati presenti e i loro accompagnatori, medici compresi. Ho visto tante lacrime di gioia nei volti di persone che da trenta/quarant’anni soffrono su una carrozzella e il Cardinal Bagnasco - non solo Vescovo, come avevo risposto a quella Dama, ma Vescovo responsabile davanti a Dio e al suo Vicario in terra, di tutti i Vescovi italiani - ha voluto lui portarsi da coloro che non possono autonomamente andargli incontro. Dopo quarant’anni di conoscenza, in modo diretto degli ammalati e di partecipazione a tante Funzioni ove loro sono presenti, mai ho visto una cosiddetta Autorità civile o politica (Sindaco, Prefetto, Presidenti vari) andare a salutare i malati, ma un Principe della Chiesa l’ha fatto e con gioia, desideroso di far partecipi i sofferenti della vicinanza e della gratitudine della Chiesa stessa.
«Grazie cari malati di essere venuti oggi qui, siete un esempio per tutti noi». Così aveva concluso il suo intervento il Cardinale Bagnasco.
Siamo noi, caro Arcivescovo a dirle «Grazie» un grazie grande come può esserlo il cuore di malati e sofferenti, il cuore di dame e barellieri che per anni accudiscono, con tutto ciò che questo termine comporta i malati accompagnandoli a Lourdes e in altri santuari e come quella Dama che era piena di gioia perché il suo Vescovo le ha stretto la mano e le ha detto grazie - e io ho pensato come potrà essere generoso il Signore in quel grande giorno dell’incontro con Lui.


Cardinale Bagnasco le vogliamo bene e l’abbracciamo con affetto e riconoscenza; ha dato una gioia immensa a gente che molte, troppe, volte viene ignorata dai media e dalla grancassa dei notiziari infarciti di ben altre cose molto, molto più piccine.
Adriano Garavini

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