Il telesogno di Santoro e Soru: riaprire la rete chiusa da Baffino

CONGELATI I redattori assunti sono in cassa integrazione da marzo dopo il taglio dei soldi pubblici alle testate di partito

RomaMassimo D’Alema con il mondo dei media ha sempre avuto un rapporto a corrente alternata. Disponibile quando ne può ottenere buona pubblicità, intollerante quando i mezzi di informazione non corrispondono e non si adeguano ai fini. Ne sanno qualcosa non solo il condirettore del Giornale, Alessandro Sallusti, e il vignettista Giorgio Forattini, ma anche i quattordici redattori di RedTv, l’emittente satellitare vicina all’omonima associazione politica dalemiana.
Dallo scorso marzo l’emittente televisiva funziona a scartamento ridotto a causa del taglio ai contributi all’editoria contenuti in Finanziaria. RedTv, infatti, ha chiuso i tre ultimi bilanci pubblicati in sostanziale pareggio grazie agli oltre 3 milioni di euro provenienti dallo Stato. Riacquistata la leadership grazie al «pupillo» Pierluigi Bersani, per D’Alema & C. non c’è più bisogno di un’emittente ad hoc e quindi tutta la redazione di RedTv va avanti da tre mesi a cassa integrazione e contratti di solidarietà.
Negli ultimi tempi c’è qualche novità. Alcune indiscrezioni parlano di una vivace attenzione nei confronti dell’emittente televisiva, con alcune manifestazioni di interesse che sarebbero già state avanzate. In particolare, riferiscono fonti bene informate, si sarebbero fatti avanti tra gli altri il monumento vivente alla libera informazione Michele Santoro e anche il fondatore di Tiscali, editore dell’Unità ed ex governatore sardo, Renato Soru.
Per quanto riguarda l’ideatore di Samarcanda e Annozero, l’idea di riproporre una «Telesogno» dove convogliare tutto l’antiberlusconismo militante si è fatta sempre più strada dopo il successo di Raiperunanotte, il one-night-show che ha riunito a Bologna Travaglio, Luttazzi e tutta l’intellighenzia sinistrorsa dopo lo stop ai talk in campagna elettorale. Un successo testimoniato non solo dai contatti su Sky, sulle tv locali e su Internet, ma dal fatto che quell’improvvisato «Circo Barnum», grazie al sostegno di privati, sponsor e volontari, chiuse con un piccolo utile devoluto in beneficenza.
Ecco perché l’idea di avere un pulpito tutto per sé deve aver solleticato «Michele Chi?». E, sempre secondo i bene informati, i colloqui tra Santoro e il Líder Maximo sarebbero in fase avanzata. Anche perché, a sentire il presidente di RedTv Luciano Consoli e l’amministratore delegato Giorgio Cittadini, «non sono pervenute manifestazioni di interesse». Dunque, se ci sono, sono passate dai piani alti. E non dal sottoscala di Palazzo Grazioli. Se la trattativa andasse in porto, infatti, il popolare telegiornalista si troverebbe fianco a fianco con la sua nemesi Silvio Berlusconi, giacché RedTv ha sede nello stesso edificio che ospita la residenza romana del premier.
Quanto potrebbe costare metter su la tv degli intellettuali? Il patrimonio netto a fine 2008 si attestava a 2,3 milioni di euro, quindi, a meno di una clamorosa perdita l’anno scorso (ma il contributo 2009 è stato comunque assicurato dal Milleproroghe), è a quella cifra che si deve guardare.
Convincere la compagine azionaria non dovrebbe essere un problema (a partire da Digital Magics fino alla ex Commissione Cinema del Pci, oggi Unitelefilm) se D’Alema darà il suo assenso. Assenso che non dovrebbe mancare considerato che RedTv nacque nel 2008 dalla ex NessunoTv per fare uno sgarbo alla neonata YouDem, a quell’epoca voce del veltronismo.

Eliminato il «nemico», anche «l’arma» si rivelò inutile: di qui il ridimensionamento. «Spero che le trattative vadano in porto perché ci sono persone che si stanno sacrificando per tenerla in vita», dice Mario Adinolfi, colonna di Nessuno/Red fino all’epifania dalemiana.

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