«Tempi bui? Consoliamoci con una mostra»

«Tempi bui? Consoliamoci con una mostra»


Tre mostre inaugurate ieri a Venezia e aperte fino al 2 settembre. Più la regia dell’evento dell’estate, dal 18 maggio al prossimo inverno, nella valle dei templi di Agrigento. Un matrimonio ben combinato fra le installazioni d’arte contemporanea di Fabrizio Plessi e la sensibilità verso le energie rinnovabili.
Così le opere d’autore svetteranno da nove torri, alte sei metri, insieme alle installazioni della Sig solar che produrranno energia da fonte solare. Come dire: un’opera conquista valore se porta con sè anche un messaggio etico. «È una novità assoluta a livello mondiale» spiega Stefano Contini, proprietario di tre gallerie d’arte fra Cortina e Venezia e «anima» di tutte le esposizioni dei suoi artisti, quelli che rappresenta e promuove. Da ieri a Venezia, in Calle XXII marzo, si possono ammirare i gioielli di Sophia Vari, pittrice e scultrice di origine greche attratta dal cubismo e dal surrealismo. Ma che recentemente si è dedicata al design dei semipreziosi: orecchini, bracciali, collier in avorio, argento, oro, corallo, ebano, smeraldi. «Quando ero in viaggio per le mostre - racconta Vari - nei momenti liberi facevo piccoli modelli di plastilina. Un giorno li vidi tutti assieme nel mio studio e mi venne l’idea di usarli come gioielli, le chiamo “sculture portabili”».
Ieri, nella stessa sede, ha aperto i battenti anche l’esposizione di Fabrizio Plessi: disegni e installazioni di «Mariverticali» presentati un anno fa, sempre a Venezia, alla Biennale d’arte insieme ai progetti «Llaut Light» esposti nel 2011 alla Llotja di Palma di Mallorca. Davanti alle dodici imbarcazioni in acciaio nero, che rappresentano «dodici mari racchiusi ognuno nella propria chiglia scura, un grandioso concerto d’acque», l’autore fa riflettere: «L’energia dell’acqua è il tema dominante e trainante che bagna, lava e purifica tutte le secche del nostro inevitabile quotidiano».
La terza mostra veneziana, aperta nella sede di Campo Santo Stefano (Calle dello Spezier) presenta i lavori della fotografa Teresa Emanuele. L’artista trentenne ha abbandonato un lavoro sicuro a Wall Street, nel 2006, per dedicarsi a tempo pieno alla sua passione. Il risultato si è ripartito in cinque personali (l’ultima a Mosca), dodici collettive e la partecipazione alla Biennale di Venezia, l’anno scorso, con il progetto «Senza Ombra di Dubbio». Alla galleria Contini presenta i suoi ultimi lavori in bianco e nero e le nuove tecniche di stampa: protagoniste le ombre. Ma non finisce qui, per il gallerista veneziano d’adozione, (toscano d’origine) Stefano Contini. Da luglio a ottobre si celebrerà il cubano Julio Larraz al museo romano del Vittoriano che fino al 25 maggio ospita Enzo Fiore. «Il lavoro incessante è la mia risposta ai tempi di crisi - dice - incarno la voglia italiana di reagire. A pensarci bene è nei momenti bui che si prova il piacere di gratificarsi con un cioccolatino o comprandosi un quadro.

L’inerzia non porta a nulla, l’energià sì». Insomma quando tutti vendono lei compra e quando tutti comprano lei vende? «Ho sempre fatto così, continuerò a farlo. Il mio maestro è Picasso che diceva: “sono fuori dalla storia per essere nella storia”».

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