Il tempio di Zeus si allarga: nove torri con i video di Plessi

«L’arte non racconta, trasmette emozioni». Ancora: «L’arte è terapia inesauribile, necessaria allo spirito dell’uomo». E vedrete come aria, acqua, terra e fuoco, gli elementi primordiali, faranno tutt’uno con la spiritualità di un’opera d’arte.
Dove si fa questa esperienza? Da oggi al 5 novembre, alla valle dei Templi di Agrigento, con le opere di Fabrizio Plessi. Il parco archeologico diventa il contenitore di «Monumenta», nove torri in resina alte sei metri ciascuna, e non ne resterà contaminato. «Quando, in autunno, le installazioni verranno trasferite, l’area protetta non avrà subito alcun danno - precisa Stefano Contini dell’omonima galleria veneziana e rappresentante ufficiale di Plessi - Non solo: per tutta la durata della mostra le opere verranno messe in risalto da energia pulita, grazie a pannelli solari, si farà a meno della corrente elettrica». Le torri sembrano di tufo, ma sono in resina. Assomigliano ai ruderi del templio di Zeus di Agrigento, l’altare per i sacrifici agli dei. Così Plessi da un lato imita gli architetti greci, dall’altro introduce elementi innovativi. Le sue opere - quelle che si trovano all’interno delle torri - vivono di suoni, luci, colori e suggestioni rese possibili dalla tecnologia.
Gli spettatori osserveranno immagini e video sul fuoco, il vento, l’acqua e la terra. Niente a che vedere col cinema, però. Dice l’autore: «Sono sempre stato contro la narratività, non amo tutto ciò che descrive, che racconta. Il cinema racconta, l'arte non deve raccontare, deve produrre delle emozioni. L'immagine che uso per riprodurre l'acqua o il fuoco è altamente evocativa, e non deve essere né descrittiva, né aneddotica, né decorativa. Sono stato uno dei primi a pensare che le video-installazioni dovessero essere dei grandi oggetti in cui lo spettatore potesse spingersi dentro il suono e le immagini e percepire le atmosfere; effetto lontanissimo dal sedersi davanti al video e guardarlo come se si fosse al cinema».
L’arte è purificatrice, come l’acqua. «L’acqua è l’elemento che più di ogni altro traghetta l’uomo dal piano del finito a quello dell’infinito». Ma tutti gli elementi primordiali sono cari a Plessi. Sulla strada tracciata dai filosofi presocratici, Empedocle soprattutto ma anche Parmenide e Platone: «Quando la nostra mente si sarà dilatata a idee più vaste non tornerà più nel suo formato originario».
Quali sono le opere che si potranno ammirare all’interno delle torri? La Venere di Morgantina vibrerà nel vento, grazie a soffi d’aria potente creati al computer. Le torri rappresentano le pietre primordiali, all’interno le più sofisticate tecnologie. Così può succedere che un iceberg si incendi. Ma gli stessi elementi ben si prestano alla riflessione dell’artista sul mondo, dal rispetto della natura alla congiunzione fra scienza e arte, al compito dell’artista, «quello di far arrivare nel nostro cervello quei flash che illuminano la nostra percezione». I quattro elementi sono una costante delle creazioni di Plessi.


«I mari verticali» è il titolo dell’installazione esposta alla Biennale di Venezia l’anno scorso, dodici imbarcazioni di acciaio nero, dodici mari e dodici sonori che evocano il suono delle risacche del mare: il concerto d’acqua vive in perenne movimento. La «foresta di fuoco» è una sosta di installazione-scultura realizzata nel 2002 con legno, quattro strutture in ferro e quattro monitor.

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