In tempo di crisi il personal shopper consiglia l’outlet

Ormai mancano pochi giorni a Natale, ma c'è chi può permettersi il lusso di non farsi prendere dall'ansia per l'acquisto degli ultimi regali. Basta digitare su Google le parole «personal shopper» ed ecco che compaiono i siti di numerose agenzie che propongono consulenti personalizzati per aiutarvi a girare Milano e scegliere il regalo più adeguato. Ma all'occorrenza può anche prendersi cura della vostra immagine, aiutarvi a rinnovare il guardaroba senza spendere un capitale o portarvi nei negozi più tradizionali e tipici della città. Il personal shopper, un consigliere degli acquisti, è una figura già ampiamente collaudata a Parigi e New York, ma anche a Milano, capitale della moda e del design, è sempre più in voga. I dati lo confermano: il capoluogo lombardo è la seconda città più visitata, con 9 milioni di presenze all'anno, di cui ben il 70 per cento attratti soprattutto dallo shopping.
I personal shopper affidano i loro numeri di telefono ai direttori degli alberghi a cinque stelle che li passano ai loro clienti, perlopiù americani, arabi, russi, giapponesi. Manager, ma non solo, che al consulente chiedono di mettere a frutto il soggiorno milanese per ripartire con un tocco di eleganza italiana, oppure vogliono offrire alla signora al seguito una giornata di acquisti sfrenati. E per avere la certezza di fare buoni affari sono disposti a spendere oltre 500 euro al giorno. Il personal shopper è un professionista degli acquisti dotato di savoir faire, conoscenza delle lingue e di un'agenda piena zeppa di indirizzi. Di età compresa tra i 30 e i 40 anni, diplomati o laureati, creativi e intraprendenti. In tempi di crisi, tuttavia, le parole d'ordine sono diventate «bargain» (mercanteggiare) e «good value for money» (buon rapporto qualità-prezzo). Capita così che i personal shopper milanesi si ritrovino a offrire un servizio di lusso a ricchi stranieri che desiderano risparmiare. Vanno bene le classiche via Montenapoleone o via della Spiga, ma non si disdegnano gli outlet o i negozietti che vendono merce artigianale. La cliente tipo è una donna sui 40-50 anni, spesso la moglie di un manager straniero in viaggio di lavoro. Le mete preferite? La sartoria che confeziona abiti in 48 ore, il parrucchiere aperto fino a mezzanotte, l'artigiano orafo, l'outlet della griffe più in voga. Ma i clienti più esigenti sono sicuramente gli uomini: imprenditori incontentabili alla ricerca della cravatta giusta per un occasione speciale. Da qualche tempo si sta affermando anche la tendenza di completare la giornata con il personal shopper con tappe in ristoranti tipici per assaggiare un buon risotto giallo o da estetista e truccatrice per un perfetto soggiorno milanese all'insegna di divertimento, coccole e relax.

E perché no, c'è anche chi risolve l'ultimo, impegnativo, dono di Natale un po' atipico, regalando una giornata con il personal shopper che viene dotato di una carta di credito prepagata con la somma da spendere. Certo, non che si tratti esattamente di un pensierino, ma in periodo di recessione ci sarà pur qualcuno che si prenda la briga di far girare l'economia.

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