
Oltre al ritorno in campo bagnato da una vittoria convincente contro l'argentino Mariano Navone, il match d'esordio di Jannik Sinner agli Internazionali d'Italia ha attirato l'attenzione per un dettaglio particolare che non è sfuggito ai più attenti: il numero uno al mondo, infatti, ha giocato il match indossando un Gps sotto la maglietta. Il dispositivo elettronico, appena visibile sulla schiena del tennista azzurro poco al di sotto del colletto, era stato già utilizzato peraltro anche nel corso dell'allenamento con Francisco Cerundolo. Ciò ha attirato ulteriormente l'attenzione su Jannik: che benefici può comportare l'utilizzo di un device del genere?
Per la precisione si tratta di un cardiofrequenzimetro con Gps integrato, strumento noto e da tempo utilizzato anche in altri sport come il ciclismo, la corsa, specie nelle gare di fondo e mezzofondo, o il calcio. La sua importanza, comunque, va aldilà della semplice, per quanto importantissima, misurazione dei battiti cardiaci, dal momento che si possono estrarre altri dati molto interessanti da analizzare successivamente per valutare le proprie prestazioni.
Come spiegato al Corriere dal docente di Cardiologia all'Università Statale di Milano Daniele Andreini, ormai l'utilizzo del dispositivo è molto diffuso tra gli atleti, soprattutto negli sport di resistenza: grazie ad esso si possono misurare "la frequenza cardiaca durante lo sforzo, le oscillazioni, il picco che si raggiunge nell'ottica di migliorare le performance conoscendo la soglia anaerobica entro la quale bisogna allenarsi per raggiungere determinate prestazioni".
Si tratta di un device usato soprattutto nelle discipline di endurance, ma ciò non significa che non possa tornare utile in altri sport, tennis incluso: i regolamenti attuali consentono agli atleti di indossare il Gps sia in allenamento che durante i match ufficiali. Le informazioni acquisibili sono estremamente interessanti per chi è interessato ad analizzare con precisione la propria performance: il device, oltre alla frequenza cardiaca, fornisce dettagli anche sulle distanze percorse e sulla posizione assunta in campo. Ovvio, ad esempio, che i tennisti d'attacco come Jannik cerchino di entrare in campo per colpire d'anticipo, invece che "remare" oltre la linea di fondo come fanno altri sulla base delle proprie caratteristiche di gioco: informazioni come quelle trasmesse dal Gps consentono quindi di valutare se lo schema seguito durante un match si sia rivelato efficace oppure no.
Il fatto, poi, che Sinner sia rimasto lontano dai campi per mesi è di certo un altro elemento che può aver spinto il suo team a sfruttare le caratteristiche di questo device. "Molto probabilmente ha voluto controllare la sua risposta cardiocircolatoria, in particolare la frequenza cardiaca durante gli scatti", spiega ancora l'esperto. "Un conto è mantenere un livello di frequenza cardiaca costante giocando ad alto ritmo da fondo campo come fa lui", precisa il dottor Andreini,"un conto sono gli scatti come correre a rete per raccogliere una palla corta o rincorrere un passante o tiro molto angolato: durante quei frangenti c'è una forte attivazione energica e quindi la frequenza sale moltissimo".
Ovviamente una risposta più affidabile la si ottiene in match ufficiali, dove per rincorrere fino a rete una pallina che sembra perduta si dà il 100%: così facendo, il preparatore atletico ha a propria disposizione dei dati per poter valutare le condizioni dell'atleta a 360 gradi, magari effettuando un raffronto con
il periodo precedente lo stop forzato a causa della squalifica. Per il momento sembra che Sinner non abbia avuto problemi a ritrovare il ritmo partita: ovviamente sarà da valutare in match contro avversari più impegnativi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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