
Sì, va bene: ha vinto Jannik Sinner, e per qualcuno è un sospiro di sollievo. Ma nella seconda giornata di Wimbledon la prima pagina spetta a Elisabetta Cocciaretto, capace di eliminare la numero 3 del mondo Jessica Pegula, e pure in due set (6-2, 6-3), il che dice della giornata di una ragazza sempre sorridente, sebbene sia già passata attraverso virus, infortuni e sfortune varie: «Ero in campo e mi è scattato un clic: Jessica per me è un mito, ma non la guardavo e pensavo solo a tirare al meglio, ha funzionato...».
Vero, perché spesso bisogna saper andare oltre, e questo è successo anche grazie a una chiacchierata con Sofia Goggia, «che fino a ieri pensavo fosse una persona incredibile e un esempio, mentre oggi dico che tutto questo va triplicato: mi dedicato un’ora del suo tempo per darmi consigli e di pensare solo a me stessa, la posso solo ringraziare». Lo facciamo anche noi, perché Elisabetta se lo merita in una carriera costruita tra un esame di Giurisprudenza e l’altro, ed anche perché la sua vittoria ha tira to su il morale a una truppa azzurra con qualcuno poco verde, no nostante i successi arrivati anche da Sonego, Cobolli e Bronzetti. Ha vinto Sinner si diceva (6-4, 6-3, 6-0), «ma mi è dispiaciuto aver battuto Nardi, anche se sono contento che ha funzionato il lavoro sul servizio che ho fatto dopo Halle». E in effetti le percentuali sono state egregie, così la notizia alla fine la dà coach Darren Cahil raccontando come Jannik si è consolato a Parigi dopo aver perso contro Alcaraz: «All’uscita dell’impianto c’è sempre un vaso di caramelle dove i giocatori si possono servire: lui aveva fatto dieta ferrea per due settimane, così l’ha preso tutto è l’ha verificata in un amen. Abbiamo riso tutti».
Meno da ridere invece hanno altri giocatori italiani: Berrettini soprattutto, che lunedì è uscito battuto in 5 set e con un commento preoccupante del tipo «sono stanco di rincorrere sempre, ora mi fermo un po’ per decidere cosa fare».
Male è andata anche ad Arnaldi (ko in 3 set con Van der Zandschulp), Zeppieri (ha finito ieri il match contro Mochizuki facendosi definitivamente rimontare due set di vantaggio) e Musetti, che ha la scusante di essere reduce da un infortunio e debilitato da un virus: ha perso 6-2 4-6 7-5 6-1 dal georgiano Basilashvili, «e dal terzo set mi sentivo uno zombie: se avessi vinto non avrei fatto molta strada».
Peccato: la semifinale raggiunta dello scorso anno resta un miraggio, in una giornata in cui il torneo ha perso Zverev e anche Bublik, l’uomo che ha battuto Sinner ad Halle e uscito a sorpresa in 5 set contro Munar. Come dire: anche Wimbledon a Jannik ha già regalato caramelle.