RomaDue giorni di isolamento quasi totale. Con la sola eccezione di pochissime telefonate e di un faccia a faccia con Tremonti che definire accesso sarebbe un eufemismo. Insomma, una convalescenza non facile per Berlusconi, già alle prese con la difficile trattativa sulla giustizia con i finiani e con un Pdl sempre più in agitazione.
Sul tavolo, infatti, piomba anche la Finanziaria 2011-2013, allordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa mattina. A sorpresa, se gli uffici legislativi di tutti i dicasteri saltano letteralmente sulla sedia quando a metà pomeriggio ricevono la convocazione di Palazzo Chigi. I telefoni di via XX settembre vengono presi dassedio e pure il centralino di Arcore è piuttosto caldo visto che le tabelle che Tremonti presenterà questa mattina sono come al solito top secret. Si annunciano, però, ulteriori tagli e non cè ministro che non tema la stretta. Di questo parlano ad Arcore premier e titolare dellEconomia, con toni piuttosto concitati e visioni diametralmente opposte. Cuore del problema la riforma dellUniversità, rinviata per un problema di copertura. Una riforma - non vuole sentire ragioni Berlusconi nel faccia a faccia con Tremonti - per cui bisogna trovare i fondi.
Alle tensioni interne al partito, dunque, si aggiungono quelle mai sopite tra i ministri e il titolare dellEconomia. Con mezzo governo che lo accusa di voler fare ulteriori tagli solo per reperire fondi per il federalismo. Addebito che a via XX settembre respingono al mittente. Nel Pdl, intanto, mentre si registra una sostanziale tregua nellarea degli ex di Forza Italia - con un riavvicinamento tra larea di Liberamente che fa capo a Frattini e Gelmini e i siciliani Alfano e Schifani dopo la colazione di ieri - sale la tensione tra ex azzurri ed ex An. Il partito è decisamente in subbuglio e lo testimoniano le decine di cene e incontri «carbonari» delle ultime settimane. Andati avanti anche ieri con un faccia a faccia tra Verdini e Scajola e un incontro tra Cicchitto e Gelmini. Nodo del contendere il destino dei tre coordinatori nazionali e gli assetti del partito con i vertici di via dellUmiltà che - raccontano i rumors - sarebbero sempre più in bilico e Berlusconi deciso a rivedere la logica del 70/30 per passare a un più rappresentativo (dopo luscita dei finiani) 80/20. Non è un caso che La Russa abbia già fatto presente al Cavaliere di non essere disponibile a fare un passo indietro, tanto da minacciare - sostenuto da Gasparri e Alemanno - la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo alla Camera che secondo il titolare della Difesa potrebbe arrivare a quota 40 deputati. Una suggestione più che unipotesi concreta, visto che una simile decisione segnerebbe la fine del Pdl. Ma La Russa non ha mancato di buttarla lì martedì sera durante una cena allHotel de Russie a cui partecipavano Cicchitto, tutti i vicecapigruppo del Pdl alla Camera e Gasparri.
Lavori in corso, invece, sul fronte giustizia. Con la trattativa tra Ghedini e la Bongiorno che è ripresa ormai da una settimana. Resta, però, la difficoltà di trovare un punto di equilibro visto che Fini sembrerebbe disponibile solo al lodo costituzionale. Un «scudo» che proteggerebbe il Cavaliere solo nella veste di presidente del Consiglio. Nel caso di crisi seguita da un governo tecnico, insomma, Berlusconi sarebbe di nuovo alle prese con le procure. Una strada, è la convinzione del premier, che lex leader di An batte solo per poter avere il coltello dalla parte del manico. È su questo «dettaglio» che Ghedini e Bongiorno stanno trattando. Con Bocchino che non perde occasione per punzecchiare Berlusconi («la sua una strategia fallimentare visto che voleva far fuori me e la Bongiorno...
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