Gianni Pennacchi
da Roma
Improvvisamente la tensione sè fatta altissima, rendendo incandescente il caso Iran. Il nostro governo, per voce del vicepremier e ministro degli Esteri, non solo non fa marcia indietro ma ribadisce la fermezza enunciata laltro ieri a Gerusalemme, e per una volta finalmente lopposizione è daccordo. Anche Teheran però non arretra, anzi rilancia. Sembrerà bizzarro che ad innescare il braccio di ferro sia una semplice fiaccolata, per quanto bipartisan, ma non cè soltanto questo. Come non erano solo i «deliranti» proclami del presidente iraniano contro Israele, a provocare la reazione di Gianfranco Fini. Quel che alza il termometro pure nelle cancellerie del pianeta, è che lIran sta riprendendo la produzione di uranio arricchito, dunque la minaccia atomica si fa sempre più concreta.
Tantè che ieri mattina Roberto Toscano, nostro ambasciatore a Teheran, è stato convocato formalmente dal ministro degli Esteri iraniano, dopo che il giorno prima aveva già incontrato il vicepresidente Parviz Davoudi, ricevendone il «consiglio» di mettere in guardia il nostro governo dal «cadere nelle trappole della lobby sionista», e di ricordare che «lItalia è il primo partner commerciale della Repubblica islamica in Europa». Vista la Gran Bretagna, che nellAgenzia per lenergia atomica dellOnu ha votato contro i piani nucleari iraniani, «punita» con lembargo sui prodotti commerciali? Tempestivo, il «consiglio» del vice di Ahmadinejad, appena dopo la dichiarazione di Fini e del suo omologo israeliano Silvan Shalom che «il caso Iran deve essere portato al Consiglio di sicurezza dellOnu». La minaccia di embargo poi... Davvero linterscambio è il più alto in Europa, lanno scorso abbiamo esportato per 2.156 milioni di euro e importato dallIran per 2.166 milioni, petrolio soprattutto.
La convocazione di ieri era invece formale, per consegnare a Toscano una nota di protesta per la fiaccolata di solidarietà ad Israele davanti allambasciata iraniana. Così, Fini che aveva appena incontrato il leader bavarese Edmund Stoiber, ha prontamente annunciato di aver «impartito al nostro ambasciatore le necessarie disposizioni perché spieghi le ragioni per le quali in Italia cè stata tanta indignazione in seguito alle parole di Ahmadinejad». Aggiungendo che anche con Stoiber, sul rischio nucleare iraniano cera «convergenza di posizioni sulla necessità di una linea di fermezza da parte della comunità internazionale». E onde dissipar dubbi in quanto a fermezza, il nostro ministro degli Esteri che ancora il giorno prima precisava di dare soltanto «solidarietà e appoggio» alla manifestazione, ha invece deciso che stasera ci sarà, al fianco di quasi tutti i leaders politici italiani, che su questo fronte stan rivelando una grande unità: alla mozione parlamentare proposta da Francesco Rutelli e rilanciata da Sandro Bondi, soltanto Fausto Bertinotti condiziona il suo sì alla «premessa di bandire un eventuale intervento di guerra nei confronti dellIran».
Quel che più preoccupa però, sono le notizie che giungono da Teheran, dove gli studenti delle milizie islamiche che ieri in diecimila hanno festeggiato i 26 anni dallassalto allambasciata Usa col sequestro di 80 ostaggi bruciando bandiere americane e israeliane, minacciano oggi di manifestare sotto la nostra ambasciata. Già ieri, a conclusione della dimostrazione contro gli Stati Uniti, i giovani miliziani avevano tentato di raggiungere la nostra sede diplomatica, ma erano stati fermati dai loro dirigenti. Tra gli estremisti cresce lostilità verso lOccidente. Lambasciata inglese è stata sostanzialmente evacuata ieri, dopo che due ordigni (senza vittime, fortunatamente) sono esplosi davanti alla Bp e alla British airways.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.