Quando hanno visto i ghisa accorrere in aiuto della loro vittima hanno mollato la preda, per poi cercare di tornare a prenderla. Finendo però nelle mani degli agenti a cui non è parso vero di vederli ricomparire. Sono così finiti in galera con laccusa di sequestro di persona e sfruttamento di minori tre albanesi di 19, 22 e 23 anni e una romena di 20. In comunità invece la quindicenne finita nelle sgrinfie dei quattro. Ai vigili ladolescente ha poi raccontato la sua storia, iniziata questestate in Grecia dove si era recata in vacanza e aveva conosciuto la connazionale. Qualche settimana dopo la ragazza era andata a Siviglia, dove la vittima vive con la madre, e laveva convinta a seguirla in una città delle Marche con il miraggio di un lavoro in un ristorante. Ma dove è stata invece costretta a prostituirsi. La «preda» veniva reclamizzata su un giornale porno con tanto di foto nuda. Con il tempo le richieste degli aguzzini, per prestazioni sempre più frequenti e più spinte, si sono fatte sempre più pressanti fino a quando la ragazza, impossessatasi di 700 euro, ha preso un taxi e si è fatta portare a Milano. Qui infatti vive la sorella, che si prostituisce in un appartamento di corso Buenos Aires. E qui sono arrivati laltro pomeriggio i quattro. Dopo aver individuato la casa, hanno atteso in strada fino a quando hanno intercettato ladolescente e hanno cercato di farla salire a forza nella loro auto. Proprio mentre passava un equipaggio della polizia locale, prontamente fermato dalla vittima. I ghisa sono scesi e si sono fatti raccontare cosa fosse successo mentre i quattro sequestratori hanno preso il largo. Neppure il tempo di organizzare la ricerca che i sequestratori sono ripassati.
Riconosciuti, sono stati seguiti, bloccati e consegnati al magistrato che ha informato i colleghi marchigiani affinché approfondiscano linchiesta sullo sfruttamento della prostituzione. Intanto gli aguzzini sono finiti a San Vittore, mentre la ragazzina è stata accolta in una comunità protetta.Tentano di rapire unadolescente davanti ai ghisa: sfruttatori in cella
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