Il teorema di Capello e il volo di Mancini

A d ascoltare la patetica difesa d’ufficio pronunciata da don Fabio Capello il campionato italiano è «otro campeonado», una piccola cosa rispetto ai colossi continentali (liga spagnola e premier league) per garantire dignità ai primi due sigilli rossoneri di Ronaldo. Come sostenne Einstein è più facile spezzare l’atomo che un pregiudizio: succede in fisica ma anche nel calcio. E di questo si tratta. Di un volgare pregiudizio non certo nei confronti dell’«otro campeonado» ma di Ronaldo, naturalmente e del suo valore simbolico. Sull’argomento sarà bene rinviare alla scadenza naturale di fine maggio il primo consuntivo, mentre è possibile realizzare la contabilità incrociata dopo gli ottavi di finale di Champions league. Al Barcellona è andata malissimo, neanche il Real Madrid col Bayern può sentirsi al sicuro e solo il Valencia può far luccicare quel 2 a 2 di San Siro che dovrà però essere arricchito da un’altra impresa nella notte di ritorno.
Ma la cavalcata domestica dell’Inter sembra, paradossalmente, confermare la brutale espressione di Fabio Capello. Sul neutro di Cesena l’armata nerazzurra ha trovato il 17° successo consecutivo, risultato rotondo sul Catania raggiunto con uno schieramento dimezzato da infortuni (Vieira, Cambiasso), squalifiche (Dacourt) e scadimenti di forma (Adriano). Ma è questo il vero tesoro di Mancini che può staccare la spina in campionato senza procurare gravi contraccolpi al proprio primato, centellinare le energie del gruppo e lanciare su Valencia tutto l’orgoglio di una squadra ferita nell’onore da chi considera piccola cosa il suo prossimo scudetto.
P.S.: Chissà cosa sarebbe accaduto, dalle nostre parti, se gli incidenti accaduti prima del derby di Madrid si fossero consumati nelle strade di Milano o Roma. Chissà cosa avrebbero detto i maestri di morale pubblica in servizio permanente effettivo della zuffa inglese di ieri sera tra Arsenal e Chelsea.

Dall’osservatorio sarebbe arrivato il verdetto: stadi chiusi. Pensano di risolvere così i problemi, senza dire una sola parola su magistrati e codice penale. Beati loro, vivono proprio nel paese di Biancaneve e i sette nani.

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